Chiodi presenta il ‘Patto per lo sviluppo dell’Abruzzo’

 

Chiodi_e_CastiglionePescara. Maggioranza, opposizione, enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università, terzo settore. A tutti il presidente della regione Chiodi chiede un’assunzione di responsabilità per il rilancio del sistema economico e per il futuro della regione.

“Si tratta di iniziare un percorso di lavoro che vada oltre i soliti tavoli” spiega Chiodi. “Condividere scelte strategiche e priorità” con l’obiettivo di “risanare, riformare, sviluppare, coniugando le azioni con un federalismo solidale e responsabile”, come si legge nella proposta di ‘Patto per lo sviluppo dell’Abruzzo’ presentata questo pomeriggio davanti a una folta assemblea plenaria.

“Vogliamo creare un’alleanza tra il sistema istituzionale, i sistemi territoriali, le forze sociali e i sistemi delle imprese per formare un sistema regione che in Abruzzo non c’è mai stato” aggiunge il governatore. Una proposta – a detta dello stesso Chiodi – aperta a suggerimenti e miglioramenti, che dovrà essere sottoscritta da tutte le parti sociali e dai rappresentanti di ogni categoria. Già in una riunione ristretta da convocare per la prossima settimana.

L’introduzione di Alfredo Castiglione, vicepresidente della regione e assessore allo sviluppo economico, chiarisce il tentativo di raggiungere – attraverso il Patto – “maggiore coesione, confronto, responsabilità civile e sociale di tutte le parti chiamate a rappresentare l’Abruzzo”.

E illustra gli aspetti tecnici. Una consulta composta da sedici membri individuati tra i rappresentanti della parti contraenti, una segreteria tecnica affidata ad Abruzzo Sviluppo spa, tavoli tematici su argomenti di specifico interesse regionale. E uno Steering committee, “organismo regionale indipendente – ma collegato alla Consulta – di interlocuzione con i ministeri e le parti sociali, per la governance dei territori e delle aziende in difficoltà economica e occupazionale”. A questo organo l’arduo compito di “anticipare le crisi aziendali, al fine di gestire le soluzioni in maniera efficace e non intervenire, come fanno strumenti regionali già presenti, quando le crisi sono conclamate”.

“Per promuovere lo sviluppo in senso ampio il Patto deve centrare le priorità” si legge nella proposta. Promuovere la competitività, recuperare il valore della responsabilità, rimuovere le cause di marginalità, rilanciare la modernizzazione e valorizzare le competenze e le risorse presenti sul territorio regionale. Per sostenere uno sviluppo sia economico che sociale.

La priorità per l’anno appena iniziato è il rafforzamento dei fattori di sviluppo e di competitività. Da perseguire attraverso politiche d’innovazione, politiche di aggregazione, politiche di sostegno all’imprenditoria innovativa, politiche di innovazione finanziaria, politiche di internazionalizzazione e marketing territoriale.

La chiusura è ancora un invito a individuare percorsi comuni, concentrandosi su ciò che unisce e superando ciò che divide.  

Critica la posizione del capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale Camillo D’Alessandro, intervenuto alla presentazione. Critiche di merito e di metodo. “Siamo pronti a giocare questa partita e ci assumiamo tutte le responsabilità, anche con decisioni difficili” afferma D’Alessandro “ma il patto non può essere preconfezionato. Deve essere il risultato di un confronto con le parti sociali e le forze politiche come richiesto dal mondo dell’economia e del lavoro attraverso la ‘Vertenza Abruzzo’”.

“Quello proposto da Chiodi” aggiunge il capogruppo Pd “va assolutamente modificato nei contenuti e nelle priorità. Il tavolo deve generare decisioni importanti e in tempi rapidi. Subito va aperto un confronto col governo centrale. Poi va aperta una sessione sanità che non venga gestita dalla solitudine del presidente e infine va mantenuto aperto il confronto col bilancio reale ben diverso da quello contabile. O si comincia così o si rischia di fallire”.

Pierluigi Farnese

 

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