Sanità Abruzzo. Chiodi non risponde, Pd abbandona commissione

gianni_chiodiL’Aquila. I consiglieri regionali del Pd, D’Amico, Ruffini e Caramanico, hanno abbandonato quest’oggi i lavori della V Commissione in cui era prevista l’audizione del Presidente-Commissario Gianni Chiodi.

Sembra infatti che il governatore avesse iniziato a rispondere alla prima delle otto domande che il Pd aveva annunciato ieri nel corso di una conferenza stampa, ma proprio alla prima domanda il dialogo si sarebbe interrotto.

Riferendosi al confronto che il Pd aveva chiesto sulla sanità, Chiodi avrebbe risposto che “forse il Pd non se n’è accorto ma c’è già stato. Una marea di incontri con sindaci e sindacati lo dimostrano. Se il confronto è rivolto ad accontentare clientele ed interessi particolari non sono disposto a questo confronto. Il confronto che richiedete non è quello nobile ”.

Queste le poche parole che hanno indotto il Pd ad abbandonare la seduta. “Adesso basta” ha commentato Camillo D’Alessandro, capogruppo del Pd alla Regione. “Leggeremo i verbali e verificheremo se esiste l’eventuale contenuto diffamatorio. In tal caso daremo mandato ai nostri legali e se ci saranno le condizioni lo chiameremo a rispondere delle sue affermazioni. La verità è che Chiodi non ce la fa; in Abruzzo se ne sono accorti tutti ed allora non gli resta altro da fare che gettare fango su di noi, che spesso ci sostituiamo alla maggioranza, studiamo i problemi, individuiamo le proposte che chiaramente lo mettono in difficoltà. E allora il presidente preferisce sfasciare tutto. Non ci  faremo trascinare nel ring, nella miseria delle argomentazioni e non consentiamo a nessuno di offendere noi e ciò che rappresentiamo, di fronte ad una situazione del genere noi continueremo a farci carico delle ragioni dell’Abruzzo. Siamo una forza di opposizione determinata e Chiodi lo sa per questo tenta di colpirci con le menzogne, ma non ci fermerà perché per noi viene sempre prima l’Abruzzo e gli abruzzesi.”

Per i consiglieri regionali del Pd “è inaccettabile che il presidente abbia usato questi toni, superando ogni misura ed arrivando persino all’offesa politica e personale. Questo atteggiamento dimostra assoluta mancanza di rispetto per il Consiglio regionale confermando di volerci escludere da ogni ulteriore decisione relativa al risanamento del sistema sanitario”

“Nel frattempo” continuano D’Amico, Ruffini e Caramanico “non ha raggiunto il pareggio nel 2009, preannuncia una perdita di oltre 100 milioni di euro nel 2010, chiude interi ospedali, sta distruggendo la medicina del territorio, allunga le liste d’attesa. Ha creato una forte demoralizzazione degli operatori del servizio sanitario abruzzese. Non c’è appello per lui perché, ormai, la filastrocca che tutti i danni provengono dal passato è finita. Dal 2009 tutte le responsabilità ricadono sul suo modo di gestire autoritario e privo di riferimenti con la società abruzzese. Ci preoccupa lo stato  di inutilità in cui ha ridotto la sua stessa maggioranza, frastornata, soggiogata, nella irrilevanza dei ruoli.  Auspichiamo che ci sia un sussulto da questa maggioranza perché dovranno spiegare agli abruzzesi cosa stanno facendo in Regione”.

 

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