Abruzzo, causa D’Alfonso-Pettinari: gli sviluppi dell’udienza odierna

Pescara. Ammesse le prove e i testimoni nell’ambito della causa civile intentata dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, nei confronti del consigliere regionale del Movimento 5 stelle Domenico Pettinari.

Il governatore ha chiesto a Pettinari un risarcimento danni da 200 mila euro per diffamazione a mezzo stampa. I due erano entrambi presenti in aula. A supporto del consigliere pentastellato hanno partecipato all’udienza alcuni simpatizzanti del Movimento, la consigliera regionale Sara Marcozzi, la consigliera comunale Enrica Sabatini, e i candidati a sindaco del M5S alle elezioni amministrative dei Comuni di San Giovanni Teatino e Francavilla al Mare.

Il procedimento ha preso il via da un’interpellanza presentata da Pettinari in Consiglio regionale, relativamente all’acquisto da parte della Asl di Pescara di una palazzina per uffici amministrativi e di staff, in seguito alla quale sono volate lettere, diffide ed esposti all’autorità giudiziaria. La difesa di D’Alfonso, rappresentata dall’avvocato Carla Tiboni, sostiene che Pettinari avrebbe rilasciato dichiarazioni diffamatorie alla stampa a margine della seduta del Consiglio regionale.

Il consigliere del M5S, difeso dall’avvocato Donatella Rossi, sostiene invece che le dichiarazioni riportate dai mezzi di informazione sono attinte dalla sua interpellanza. “E’ stata messa in evidenza una distorsione della verità – ha detto D’Alfonso al giudice – Io non ero neanche eletto nel momento della decisione, mentre Pettinari ha parlato di gravi responsabilita’”.

Il giudice Camilla De Simone ha respinto due eccezioni sollevate della difesa di Pettinari. Nello specifico, una riguardava la improcedibilità per mancanza di avviamento della mediazione conciliativa e l’altra la carenza di legittimazione attiva. Il giudice ha poi ammesso le prove documentali e la lista di otto testimoni prodotta dalla difesa di D’Alfonso per ricostruire la reputazione e la storia politica e personale del governatore.

Le prossime udienza si terranno l’8 novembre e il 6 dicembre. In quell’occasione saranno ascoltati, in qualità di testimoni, l’assessore regionale Silvio Paolucci, il deputato Gianni Melilla, l’ex sindaco di Chieti Francesco Ricci, l’ex parlamentare Tommaso Coletti, il giornalista di Rete8 Pasquale Pacilio, il presidente della Saga Nicola Mattoscio, e due dirigenti della Regione.

Le dichiarazione dell’Avv. Carla Tiboni (difesa D’Alfonso)

‘In nome e per conto del Dott. Luciano D’Alfonso, da me assistito, a seguito delle notizie di stampa e dell’udienza odierna svoltasi dinanzi il Tribunale di Pescara, per comunicare quanto segue.
La difesa del Dott. D’Alfonso ha insistito sulla esistenza della diffamazione a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal Consigliere regionale Domenico Pettinari ai quotidiani di carta stampata e on-line perché nella vicenda per cui è causa,  il Presidente ha svolto il proprio ruolo con correttezza, considerando poi che  all’epoca dei fatti contestati e relativi alla vicenda amministrativa, non era stato eletto e non era nemmeno Consigliere regionale.

All’udienza odierna, il Giudice ha rigettato le eccezioni di controparte che la difesa del Dott. D’Alfonso riteneva elementi di contestazione pretestuosi e privi di fondamento giuridico.
E segnatamente:
1) eccezione di improcedibilità sollevata dal Pettinari per mancato svolgimento della mediazione ai sensi dell’art. 8 d.lgs. 28/2010.
Il Dott. D’Alfonso, a mezzo del proprio difensore, ha avviato nel rispetto delle regole processuali, il procedimento di mediazione.
Il consigliere Pettinari, all’incontro fissato per il tentativo di conciliazione, ha dichiarato a verbale di non voler procedere nella mediazione, mentre il difensore del Dott. D’Alfonso ha dichiarato a verbale di voler procedere nel tentativo di mediazione.
Il giudice ha ritenuto corretto il comportamento del Dott. D’Alfonso secondo  legge, rigettando l’eccezione di improcedibilità sollevata dal Pettinari.

2) Eccezione di carenza di legittimazione attiva.
Il giudice ha rigettato tale eccezione ritenendo che la legittimazione ad agire in giudizio da parte del Dott. D’Alfonso sia valida, essendo stato diffamato personalmente ed essendo titolare del danno.

3) Il giudice ha ammesso le prove richieste dall’attore Dott. D’Alfonso.
Per quanto riguarda i fatti relativi alla vicenda amministrativa, peraltro  provati mediante  la documentazione già versata in atti da questa difesa, è stata ammessa la prova volta a dimostrare l’estraneità ai fatti risalenti al 2007, e cioè in quel periodo in cui fu emessa la delibera di Giunta regionale n. 342/P di ripartizione dei finanziamenti tra cui quello per la AUSL di Pescara.

4) Infine, il Giudice ha ammesso la prova volta a dimostrare la stima della quale gode l’individuo diffamato nella comunità in cui vive e lavora, nonché il patrimonio personale e professionale in capo al Dott. D’Alfonso, considerato che la reputazione varia a seconda dell’ambito sociale, politico, culturale o economico in cui venga presa in considerazione per valutare la lesione subita dalla persona’, si legge nella nota dell’avvocato.

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