Sviluppo Italia chiude in Abruzzo: licenziati tutti i dipendenti

sviluppoitaliaMosciano Sant’Angelo. Invitalia, agenzia nazionale che ha come obiettivo quello di favorire la creazione di imprese nonché  l’occupazione di soggetti disoccupati e inoccupati, venerdì scorso ha messo in liquidazione Sviluppo Italia Abruzzo ed ha provveduto all’attivazione immediata delle procedure di mobilità per tutto il personale, con conseguente licenziamento collettivo dei dipendenti. Quindi Sviluppo Italia chiude in Abruzzo e tutti di dipendenti sono stati licenziati.


La Direttiva del Ministero per lo Sviluppo Economico del 27 marzo 2007, in attuazione della Finanziaria, conteneva gli indirizzi per il Piano di riordino e dismissione e per la riorganizzazione interna di Invitalia. Tra gli obiettivi prioritari vi era quello di cedere le società regionali alle Regioni di competenza. La Regione Abruzzo il 14 settembre ha comunicato ufficialmente di non essere intenzionata a rilevare le quote di Sviluppo Italia Abruzzo.
L’acquisizione della società da parte della Regione sarebbe una delle poche operazioni a vantaggio della Regione in quanto, a differenza di altre realtà partecipate, essa non porterebbe una situazione debitoria, bensì un attivo patrimoniale di circa dieci milioni di euro a fronte di una acquisizione a titolo gratuito. Infatti la legge 296/2006 prevede al comma 461: ”….per le società regionali si procederà d’intesa con le regioni interessate tramite la cessione a titolo gratuito alle stesse Regioni o altre amministrazioni pubbliche delle relative partecipazioni”.
“Si ritiene vergognoso – si legge in una nota dei dipendenti – che i soggetti istituzionali coinvolti (Governo, Regione ed Agenzia) non siano riusciti in quasi quattro anni a risolvere una vicenda da loro stessi innescata e si ritiene immorale scaricare sui lavoratori gli effetti delle proprie scelte politiche, volontà e indeterminatezze decisionali. Si fa notare che tutti i dipendenti in virtù delle normative di settore saranno sprovvisti di qualsiasi ammortizzatore sociale”.
Sviluppo Italia Abruzzo conta 19 dipendenti di cui 7 nella sede di Mosciano Sant’Angelo che è anche un incubatore di imprese. Nell’incubatore sono presenti 13 aziende che occupano il 70% degli spazi disponibili. Non da ultimo Sviluppo Italia Abruzzo gestisce il D.Lgs. 185/2000 Titolo II AUTOIMPIEGO – la legge dello stato che finanzia la nascita di  nuove imprese avviate da soggetti disoccupati e inoccupati. Solo nei primi nove mesi di quest’anno sono pervenute più di 500 domande di richiesta di finanziamenti.
“La Regione Abruzzo e Invitalia – hanno concluso i dipendenti – con questa azione indeboliscono, chissà se in maniera consapevole, ulteriormente un territorio in piena crisi occupazionale”.

Claudio Ruffini interviene in merito alla liquidazione della società Sviluppo Italia. Il consigliere regionale del Pd ricorda che sulla questione aveva presentato un’interpellanza con la quale aveva chiesto di conoscere dalla giunta e dall’assessore competente, se vi era la volontà di acquisire la società soprattutto tramite la “cessione” a titolo gratuito, così come la Legge 296/2006 prevede. Inoltre, il consigliere sostiene di aver chiesto anche se vi era la volontà di attivare le procedure per l’acquisizione di Sviluppo Italia Abruzzo con la trasformazione di società in house providing ed evitare in questo modo la sua messa in liquidazione, avviando la fusione degli Enti Abruzzo Sviluppo S.p.A., F.I.R.A. S.p.A. e Sviluppo Italia Abruzzo S.p.A. al fine di dotarsi di un’Agenzia di Sviluppo Regionale.

“Ricordo” racconta in proposito il consigliere “che l’assessore Castiglione rispose che sulla possibilità di acquisire la società Sviluppo Abruzzo era stata già avviata un’attività di negoziazione con Invitalia, trattativa che non aveva dato alcun esito. Attraverso Abruzzo Sviluppo, aveva detto Castiglione, si stava poi approfondendo l’opportunità di acquisizione di Sviluppo Italia valutando come la società si poteva inserire nelle strategie di politica industriale di Abruzzo Sviluppo e come la stessa poteva essere complementare e sinergica alle attuali strutture operative della Regione come Fira e Abruzzo Sviluppo. Quella risposta considerata un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto oggi si è rivelata per quello che realmente era: un bicchiere completamente vuoto. Castiglione aveva preso degli impegni precisi ed erano il mantenimento dei servizi e la salvaguardia degli incubatori d’impresa. Ad oggi purtroppo l’unica cosa certa è che Sviluppo Italia è in liquidazione, i suoi lavoratori sono in mobilità e presto saranno nuovi disoccupati”.

Ruffini avrebbe anche sollecitato di recente l’assessore Castiglione chiedendogli un incontro alla presenza delle rappresentanze sindacali, proprio per evitare il peggio.

“Ritengo che ci siano ancora degli spiragli per non disperdere il patrimonio materiale e di conoscenza accumulato da Sviluppo Italia” continua Ruffini. “Siamo in una fase di forte crisi occupazionale e nonostante ciò Sviluppo Italia continua ad avere numerose commesse. Questo significa che questi lavoratori non possono essere mandati a casa ad ingrossare le fila dei disoccupati proprio perchè creano e favoriscono occupazione. Inoltre bisogna evitare la vendita degli incubatori in quanto sono luoghi in cui si favorisce la creazione di nuove imprese. Castiglione inoltre potrebbe impegnarsi affinchè una parte del personale continui a garantire i servizi esistenti mentre un’altra parte potrebbe essere impiegata nella gestione dei fondi comunitari Fesr la cui attuazione è in forte ritardo. Lancio questa idea all’assessorato perchè sono convinto della professionalità e dell’utilità di questi lavoratori, che potrebbero diventare addirittura un’opportunità di sostegno per la ripresa economica della Regione. Un appello che rivolgo allo stesso Presidente Chiodi affinchè segua la vicenda e non alzi sempre le braccia dicendo che ci posso fare io se c’è la crisi”.

 

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