Arresto Lanfranco Venturoni: le reazioni

venturoniLa notizia dell’arresto dell’assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni, avvenuta alle prime luci dell’alba di questa mattina, ha scatenato, come prevedibile, una lunga serie di reazioni. A cominciare da quella del presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi che ha dichiarato: “Aspetto di conoscere gli atti e le motivazioni degli inquirenti. Pertanto, al momento, posso solo esprimere una fortissima solidarietà a Lanfranco“. Agli arresti domiciliari, oltre all’assessore Venturoni, è finito anche Rodolfo Di Zio, proprietario della De.Co., mentre risultano iscritti nel registro degli indagati altre dieci persone.

“Esprimo la mia solidarietà” ha aggiunto il Governatore “nella convinzione che sarà dimostrata la loro estraneità ai fatti. Una convinzione che mi deriva proprio dalla profonda fiducia nell’azione della Magistratura”.

Dal Psi giunge subito la richiesta di dimissioni del governatore. “L’arresto di Venturoni” ha dichiarato Massimo Carugno “segna che il Governo Chiodi è giunto sul ciglio del fossato. Quando, a distanza di poche settimane, ben due assessori regionali sono pesantemente coinvolti in inchieste giudiziarie è di tutta evidenza che, al di là degli aspetti giudiziari ed umani, sui quali per esprimere un giudizio è doveroso attendere il corso della giustizia, ci troviamo di fronte ad una smaccata ed ineluttabile crisi politica. Il presidente Chiodi ha una unica strada politica da percorrere: le dimissioni“.

Stessa richiesta giunge dal coordinatore di Sinistra Ecologia e Libertà della provincia di Pescara, Tommaso Di Febo. “È la dimostrazione palese di un sistema del male affare che sta umiliando il nostro territorio su scala nazionale! E’ evidente che c’è un’emergenza morale ma anche democratica! A Chiodi ed alla giunta chiediamo di dimettersi! Lo chiediamo per rispetto degli abruzzesi”.

Secondo i rappresentanti di Rifondazione Comunista, Chiodi dovrebbe chiedere scusa a tutti gli abruzzesi. “L’inchiesta giudiziaria è probabilmente solo una delle metastasi di un cancro ben più complesso ed articolato che affligge l’Abruzzo nella gestione dei rifiuti. Ci auguriamo che l’inchiesta possa svelare i perversi intrecci che hanno reso di fatto l’impresa De.Co quasi monopolista del settore rifiuti della nostra Regione. Chiodi farebbe bene a dimettersi, non prima però di aver scritto una lettera agli abruzzesi con tante scuse”.

L’invito alle dimissioni del governatore arriva unanime dai banchi dell’opposizione: ”Chiodi ha fallito” scrivono in una nota Antonio Macera, segretario regionale PdCI, e Antonio Saia, capogruppo del partito in Consiglio regionale “soprattutto sul piano della tenuta etica e legale. Al di là delle responsabilità personali di chi è coinvolto nelle inchieste giudiziarie, queste vicende inchiodano Chiodi a pesanti ed inevitabili responsabilità politiche. Questa Giunta e questa maggioranza non hanno più alcuna credibilità politica ed istituzionale. Chiodi deve prendere atto del suo fallimento e rassegnare immediatamente le dimissioni”.

carlo_costantiniDell’esistenza di una vera e propria “cricca” parla invece Carlo Costantini, capogruppo IdV in Regione. “L’inchiesta rivela l’esistenza in Abruzzo di una vera e propria cricca. Da questo momento in poi, diventa fondata la preoccupazione che molte scelte di Chiodi e della sua Giunta non siano finalizzate all’esclusivo interesse degli abruzzesi, ma all’interesse di cricche. Chiodi ha vinto le elezioni perché si era posto agli elettori come l’alternativa immacolata al sistema di potere che aveva governato la Regione negli anni precedenti. Questo rapporto si è rotto. Chiodi deve dimettersi e restituire agli abruzzesi il diritto di scegliersi un nuovo Presidente ed una nuova classe dirigente”.

Istituzioni pienamente legittimate è quello che chiede il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci. “Le uniche verità sono quelle che si accertano nelle aule di un tribunale durante i processi che, tuttavia, vanno celebrati in tempi rapidi. Il centrodestra è politicamente travolto da inchieste che coinvolgono i suoi esponenti ad ogni livello e che minano la fiducia degli abruzzesi nelle istituzioni. Con due assessori colpiti nel giro di un’estate, un’inchiesta che coinvolge il vice coordinatore regionale del Pdl, un parlamentare molto vicino al presidente, il suo successore al Comune di Teramo e le inchieste dell’Antimafia sulla ricostruzione, Chiodi non può far finta di nulla. Va lanciata la sfida di riavvicinare il cittadino alle istituzioni con partiti e classi dirigenti dalla forte dirittura morale e dalla capacità di dare risposte. Servono istituzioni pienamente legittimate. Il Pd abruzzese è mobilitato ad ogni livello perché i cittadini della nostra regione possano rialzare la testa”.

“Cambiano i colori, cambiano le giunte ma il risultato è sempre lo stesso”. Commenta così Marco Forconi, segretario regionale Forza Nuova, che aggiunge: “il tintinnio suona, stavolta, per la questione rifiuti toccando un uomo di giunta legato alla Sanità regionale: come a dire, insomma, che gira e rigira nei piatti dei politici italiani il menu dell’ingrasso è sempre il solito, rifiuti e sanità. Chi oggi s’indigna ieri era colpevole, chi ieri s’indignava oggi è in galera: il popolo italiano ed abruzzese, invece, è sempre lì, sempre più nauseato e ridotto alla fame per i lussi e le cricche di una casta”.

umberto_diprimioSolidarietà dal sindaco di Chieti Umberto Di Primio, che ha dichiarato: “Conosco bene Tancredi e Venturoni, ma ancor di più Fabrizio Di Stefano e per questo sono certo che sapranno uscire a testa alta da questa vicenda chiarendo, se necessario, la loro posizione”.

 

 

Un “sentimento di tristezza” è quello che prova il coordinatore regionale dell’Udc Enrico Di Giuseppantonio. “Se poi si ritrovano coinvolte persone che conosco bene, tale sentimento si acuisce notevolmente. A coloro che sono stati coinvolti auguro di poter dimostrare presto la propria innocenza. Ai magistrati va il nostro appello affinché le indagini proseguano in un clima sereno, teso a ricostruire la verità dei fatti. In questo momento difficile per l’Abruzzo, il mio appello principale va alle forze politiche ed ai cittadini tutti affinché non cadano nella facile tentazione di tenere processi di piazza e giudicare senza giudici, dando spazio ad un accanimento che non gioverebbe ad alcuno, men che meno alla politica, già minata dalla sfiducia e dallo scoraggiamento da parte di molti. Anche in questa occasione la parola d’ordine è responsabilità: occorre lasciare che la magistratura faccia il suo corso e che la politica assuma su di sé l’onere di guidare con maggiore rigore e con polso fermo la cosa pubblica”.

Totale solidarietà all’Assessore Venturoni, ai Senatori Tancredi e Di Stefano ed al Sindaco Maurizio Brucchi è espressa poi dalla lista civica comunale Al Centro per Teramo e la lista civica provinciale Al Centro per Catarra, “nella convinzione dell’assoluta estraneità dei predetti  ai fatti contestati. Auspichiamo che la magistratura operi con la massima rapidità possibile al fine di giungere quanto prima alla definizione della vicenda. Per quanto concerne in  particolare l’attività  del Sindaco Brucchi la lista civica ribadisce che  essa  è sempre  stata ispirata alla massima trasparenza e correttezza amministrativa”.

maurizio_gasparriParliamo dopo aver visto i primi atti che appaiono risibili rispetto al polverone mediatico che stanno sollevando”. Lo dichiarano in una nota congiunta Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, capogruppo e vice capogruppo vicario del PdL al Senato. ”Nell’esprimere solidarietà ai senatori Fabrizio Di Stefano e Paolo Tancredi non possiamo non notare che oggi accanto alla notizia di nuovi politici abruzzesi indagati, nello stesso territorio abruzzese si sono registrate delle dimissioni. Non vorremmo che si trattasse di dimissioni preventive, e che le cronache giudiziarie delle ultime ore, che ci vedono assolutamente sereni rispetto agli esponenti del nostro partito e del nostro gruppo e certi della loro correttezza, non fossero altro che avvisaglie preventive dell’ennesimo spettacolo pirotecnico in preparazione. Nessuno nega all’autorità giudiziaria di svolgere indagini, ma di fronte a tutto ciò che è accaduto non si dovrebbe smarrire il senso di responsabilità, perché l’Abruzzo non ha più bisogno di questi spettacoli”.

Il Circolo di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista, in merito alle vicende giudiziarie  in primo luogo augura alle persone coinvolte di poter provare la propria estraneità ai fatti contestati, anche per il bene di Teramo. “Il famoso modello Teramo, stando alle indagini, sarebbe soltanto una riedizione aggiornata di tanti episodi di corruzione. Maurizio Brucchi, Lanfranco Venturoni, Paolo Tancredi, la Teramo Ambiente sono figure apicali di uno schema che sembrava delineare un virtuosismo unico e che, invece, esportato in regione, non avrebbe fatto altro, sempre a giudizio della Procura pescarese, che proseguire sulla scia, tutta da verificare, di corruzione dell’amministrazione Del Turco ai tempi denunciata anche da Rifondazione Comunista. Chiediamo al sindaco Brucchi di dimettersi e formuliamo un doveroso atto di comprensione per lo stress che Brucchi ha accumulato negli ultimi tempi e da lui attribuito alle attenzioni di qualche ultras fuori controllo: non poteva certo venire a dirci che era frutto delle sue presunte attività con gli altri coindagati per corruzione”.

Intanto, la seduta odierna del Consiglio regionale d’Abruzzo è stata chiusa per mancanza del numero legale. Così come è saltata pure la seduta straordinaria interamente dedicata al tema della Ricostruzione, convocata ieri sera dalla Conferenza dei capigruppo su pressione dei comitati cittadini e prevista per questo pomeriggio. Assenti i rappresentanti del Pdl.

Rifiuti, arrestato l’assessore Lanfranco Venturoni


 

 

 

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