Forza Italia Abruzzo su riforma Piano Sanitario: ‘Mannaia per il nostro territorio’

L’Aquila. “Sul Piano di riordino della rete ospedaliera abruzzese Forza Italia ha sempre avuto ragione, mentre l’assessore Paolucci ha sempre mentito, visto che gli ospedali non verranno riconvertiti, ma chiuderanno completamente, penalizzando in maniera pesante le aree interne, come la Valle Peligna, l’aquilano, e il pescarese, dove resterà un unico Presidio di primo livello, ossia l’ospedale di Pescara, mentre l’ospedale di Penne sarà declassato e quello di Popoli di fatto chiuderà.

A svelare le reali intenzioni della giunta Pd è stato il Presidente dell’Agenzia sanitaria regionale, Mascitelli, che ha fatto cadere l’ultimo velo su un Piano che rappresenta una mannaia per il nostro territorio. Non possiamo permetterlo, non possiamo consentire al Governo D’Alfonso di distruggere e smantellare delle eccellenze, come la Medicina nucleare di Pescara, e chiamiamo alla mobilitazione tutti i cittadini per la difesa del nostro diritto alla salute”.

Lo ha detto il Gruppo Consiliare di Forza Italia, Regione Abruzzo, dinanzi al Piano di riforma illustrato dal Presidente Arsa.

“La Riforma del Presidente D’Alfonso ha semplicemente applicato il metodo della ghigliottina, senza alcuna valutazione reale e concreta delle esigenze della regione. Finalmente – ha detto il Gruppo Consiliare di Forza Italia – Mascitelli ha fatto emergere la verità: con il nuovo Piano non ci sarà alcuna riconversione degli ospedali, che verranno semplicemente chiusi con una grave penalizzazione per l’Aquila, Sulmona e Castel di Sangro, e, ovviamente, per Pescara dove l’ospedale del capoluogo adriatico resterà l’unico di primo livello per tutta la provincia, Penne diventerà una sorta di poliambulatorio completamente declassato, mentre Popoli, di fatto, sarà chiuso e trasformato in un centro di riabilitazione.

Ora, più volte Forza Italia ha ricordato che l’Abruzzo conta circa 1milione 300mila abitanti, divisi su costa e aree interne, e che su questa base va rimodulata l’offerta sanitaria. Ma come può pensare il Pd che governa la nostra regione che la provincia di Pescara, con i suoi 350mila abitanti, nella bozza del progetto Lorenzin dell’assessore Paolucci e del Presidente D’Alfonso, possa restare con un solo presidio sanitario, appunto l’ospedale di Pescara, dunque con un solo Pronto soccorso? Già oggi il Pronto soccorso di Pescara esplode, con un bacino di 350mila utenti sarà in ginocchio, per questo non possiamo rinunciare all’ospedale di Penne che fa 13-14mila accessi al Pronto soccorso, e per questo dobbiamo tentare un’organizzazione interna territoriale diversa tra Popoli, Sulmona e Castel di Sangro. Le altre province hanno avuto una distribuzione più equa dei presidi ospedalieri; Pescara ha più assessori che ospedali e a questo punto scambiamo volentieri il mantenimento degli ospedali con le dimissioni degli assessori regionali di Pescara, ossia Di Matteo, Sclocco e il sottosegretario Mazzocca.

La nostra proposta, già più volte formalizzata al Governatore D’Alfonso, è molto semplice: l’ospedale di Pescara è il principale ospedale d’Abruzzo, che accoglie anche l’utenza di Atri e di Ortona, dunque con l’ospedale di Pescara dobbiamo confermare la permanenza dell’ospedale e del Pronto soccorso di Penne, per il quale non vanno chieste deroghe in quanto ‘area disagiata’ perché Penne ha già il suo bacino naturale; in più occorre pensare a un ospedale per le aree interne facendo convergere Popoli-Sulmona e Castel di Sangro.

Di fatto con la riforma D’Alfonso-Paolucci svelata dal Presidente Masciarelli il Pronto Soccorso di Pescara, da solo, dovrebbe reggere oltre al proprio bacino di utenza anche i 20mila accessi di Atri, i 14mila accessi di Penne e gli oltre 12mila accessi di Popoli, è dunque evidente che qualcuno vuole fare scoppiare Pescara in nome di quel Decreto Lorenzin che la Regione Marche ha già annunciato che disattenderà, e fra l’altro dobbiamo ora capire chi trarrà vantaggio da tale implosione.

Peraltro la distribuzione dell’assessore Paolucci non rispetta il rapporto minimo tra distanza di un presidio e tempo sufficiente per soccorrere un paziente in emergenza e stabilizzarlo: ora chiedo, quanto tempo impiegherà in inverno un abitante di Civitella Casanova o di Farindola, colpito da un ictus, per raggiungere Pescara? Un’ora? E in quali condizioni ci arriverà? Qui si va a ledere il diritto alla salute e non possiamo accettarlo, così come non possiamo accettare che vengano smantellati poli sanitari di eccellenza, come la Medicina nucleare di Pescara, punto di riferimento regionale, o che si mortifichino reparti come nefrologia e dialisi e, al tempo stesso, che i reparti di Geriatria vengano conservati solo a Pescara e Avezzano, a fronte di una popolazione sempre più anziana e di strutture che già oggi sono al collasso.

Da questo momento – ha assicurato il Gruppo Consiliare di Forza Italia – la nostra battaglia contro quel Piano sarà ancora più dura e senza tregua, e coinvolgerà i cittadini, primi penalizzati nella negazione del diritto alla salute”.

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