Piano Sanitario: declassati gli ospedali della provincia di Teramo

ospedale-santomero1Teramo. “La Provincia di Teramo non è affatto contenta del Piano Operativo”. Con questa frase Giuseppe Di Luca e Claudio Ruffini, consiglieri regionali del Pd, commentano il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera abruzzese che sta per essere varato, in risposta ai presunti privilegi che Teramo starebbe per ottenere con la sua approvazione.

“Se dobbiamo parlare di posti letto” spiega, infatti, Ruffini, “Teramo è quella che ne ha e ne ha avuti di meno rispetto alle altre province, tanto che siamo a 3.09 per mille posti letto su una media regionale di 3.5 per mille”.

Il riferimento è alla cardiochirurgia teramana già nominata dal sindaco di Chieti, Umberto Di Primo, nella lettera che il primo cittadino ha scritto al governatore Chiodi. In essa, Di Primio lamenta il dimezzamento dei posti letto del dipartimento cardiovascolare, sottolineando il fatto che “a fronte dei tagli dei posti letto di Chieti, l’ospedale di Teramo vede raddoppiati i posti letto della cardiologia”.

La cardiochirurgia di cui si tanto parla a Teramo” rispondono Ruffini e Di Luca “è il reparto più longevo dell’ospedale ed ha conosciuto e rappresentato un’eccellenza non solo per Teramo, ma per l’intero Abruzzo. Inoltre, non ha visto aumentare nessun posto letto se non quelli che il vigente Piano Sanitario regionale gli ha assegnato”.

ospedale_giulianovaSecondo i consiglieri regionali, inoltre, il Piano Operativo colpisce sopratutto i tre presidi ospedalieri periferici, Atri, S.Omero e Giulianova, trasformandoli in ospedali a basso livello di prestazioni con ulteriori chiusure di reparti.

“Critichiamo fortemente questo Piano” continuano Ruffini e Di Luca “perchè non risponde alle liste di attesa e nel teramano non dà una risposta alla mobilità passiva: nessuna contromisura, nessun intervento per ridurre i costi della mobilità passiva che nel nostro territorio sono un fenomeno allarmante. La battaglia non deve essere tra i territori, ma va fatta perchè una volta per tutte in Abruzzo si riaffermi la sanità pubblica e il privato faccia il privato e non il privato assistito con i soldi pubblici. Consideriamo giusta la battaglia, perchè i tagli dei posti letto si facciano alle cliniche private: se riusciamo in questo molti ospedali pubblici non chiuderanno e potranno svolgere la funzione che gli è stata assegnata”.

I consiglieri propongono, pertanto, un taglio del 50 per cento ai posti letti privati per acuti.” Non aveva forse detto Chiodi che acquistava dal privato solo le prestazioni che non garantiva il pubblico?” ricordano in merito. “C’è bisogno poi di un’unica direzione regionale ovvero una Asl unica con la gestione unica degli acquisti, degli appalti e della spesa farmaceutica che è andata fuori controllo. Basterebbero solo queste due cose per raggiungere facilmente l’equilibrio economico nel 2010 e far vivere tutta le rete ospedaliera pubblica in Abruzzo, ivi compreso la trasformazione dei 5 piccoli ospedali in ospedali di comunità o del territorio. Questa è la battaglia che dobbiamo fare”.

Il commento di Robert Verrocchio.  “Un’inutile e sterile polemica sui presunti privilegi che Teramo avrebbe ottenuto”. È questo il commento di Robert Verrocchio, segretario provinciale del Partito Democratico di Teramo, sul piano di riorganizzazione della rete ospedaliera abruzzese. Anche Verrocchio punta, infatti, il dito contro la presunta idea, avvalorata secondo il politico dal governatore Chiodi e dai malumori delle altre provincie, che Teramo sia il comprensorio maggiormente aiutato da questo piano. “Sia chiaro, invece, che Teramo non ci sta” contraddice il segretario provinciale. “E’ decisamente ridicolo pensare che si siano ottenuti favori e concessioni che porteranno vantaggi alla nostra provincia. A Teramo, con questo piano, si dà di fatto il via alla privatizzazione del presidio di S. Omero e si trasformano Atri e Giulianova in ospedali a basso livello di prestazioni, con ulteriori riduzioni delle attività e ulteriori chiusure di reparti. Tutto questo, peraltro, non è una novità e il Pd teramano ha già da tempo denunciato tale situazione, oltretutto messa in atto attraverso i soliti metodi di una destra arrogante e presuntuosa che non ha ritenuto di dover illustrare il Piano alle rappresentanze politiche tutte, prima di inviarlo a Roma. Ma dov’è il rispetto per i cittadini? Dov’è il rispetto per le istituzioni locali? Nessun tipo di confronto. Nessun piano dettagliato di privatizzazione del P.O. di S.Omero è stato mai illustrato”.

Secondo Verrocchio, si tratterebbe del tentativo di mettere i vari territori gli uni contro gli altri, mentre sarebbero diversi i presidi di periferia che starebbero lentamente morendo. “Nessuna risposta ai problemi del teramano” continua, infatti, il segretario. “Ma vogliano far finta che non esistano liste di attesa? Che non esista la mobilità passiva? Questo piano operativo non tutela affatto Teramo e gli ospedali periferici anzi ne aggrava la situazione, sopratutto per quelli minori, dove i problemi legati a personale, efficienza, tecnologia, non diminuiranno ma al contrario si acutizzeranno, con le ripercussioni che peseranno come sempre sui cittadini. Caro presidente Chiodi, sappia che il centro sinistra non ha mai portato il territorio a questo livello di scontro”.

 

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