Aumento Pedaggi Strada dei Parchi, Cna: una stangata, intervenga la Regione

L’ennesimo aumento record del pedaggio delle tariffe autostradali di inizio anno. L’ennesima stangata è servita a danno degli utenti delle autostrade da e per Roma, ma adesso la Regione deve intervenire perché c’è il rischio che l’intero sistema economico regionale perda competitività”.

 

 

Così il presidente della Fita-Cna Abruzzo, Gianluca Carota, bolla il rincaro del 3,45% che, a partire da oggi, dovranno sopportare automobilisti e camionisti che percorrono le autostrade A24 e A25 gestite dalla Strada dei Parchi SpA in direzione della Capitale. «Si tratta dell’aumento più alto autorizzato dal governo, dopo quello concesso alla Torino-Milano, ed è ormai diventato l’appuntamento fisso di ogni Capodanno, da più anni a questa parte. E per una tratta autostradale che non noi, ma tantissime testate giornalistiche, definiscono come “salatissima” già in partenza.
A sostegno della propria tesi, Carota cita dati e numeri: “Fino a ieri, per percorrere i 150 chilometri che separano Vasto Nord da Pedaso, occorrevano 11 euro e 30 centesimi, contro i 14 euro e 50 centesimi necessari, più o meno a parità di chilometri, per andare da Sulmona a Roma Est, o i 14 euro e 70 di pedaggio tra San Gabriele Colledara e Roma Est. Se poi guardassimo ad altre tratte, sempre intorno ai 150 chilometri, scopriremmo che si applicano tariffe inferiori anche di 5 euro a quelle praticate da Strada dei Parchi”.

 
E’ bene ricordare, per capire di cosa si sta parlando – aggiunge il presidente della Fita-Cna – che le tariffe di Strada dei Parchi, stando alle informazioni pubblicate sul sito della stessa società, sono aumentate del 4,78% nel 2010; dell’8,14% nel 2011; dell’8,06% nel 2012; dell’8,28% nel 2014. Il fatto che ciò avvenga – e non ne dubitiamo – in conformità al contratto di convenzione stipulato con Anas, nulla toglie o aggiunge al fatto che si tratti di una stangata che si ripercuoterà negativamente sull’intero sistema economico abruzzese, sulle imprese del trasporto e sui costi delle impresa, con la conseguente perdita di competitività con altri territori. Motivo che ci spinge a chiedere alla Regione Abruzzo, ed in particolare al presidente Luciano D’Alfonso, un intervento sul governo a difesa degli interessi degli abruzzesi”.
“L’ennesimo aumento – conclude Carota – trova infine solo parziale giustificazione negli investimenti effettuati dalla società lungo le due arterie. Perché, altrimenti, si dovrebbe essere portati a pensare, e non è così, che su altre tratte non soggette ad aumenti di sorta, non siano stati realizzati investimenti o migliorie”.

 

 

Maurizio Acerbo. Aumenti autostrade: il silenzio del “damo” D’Alfonso

 

 

Il gruppo Toto continua a tartassare indisturbato gli abruzzesi. Che debba essere l’opposizione di centrodestra a chiedere di convocare la conferenza dei capigruppo la dice lunga sull’impegno dell’attuale maggioranza contro gli aumenti.
L’onnipresente Presidente D’Alfonso che conosce benissimo la materia in quanto è un dirigente ANAS avrebbe dovuto per tempo intervenire con fermezza per scongiurare aumenti facendo doverose pressioni sul governo. Purtroppo per noi il rapporto tra la famiglia Toto e D’Alfonso è talmente stretto che il Presidente si è autodefinito “damo di compagnia” in sede processuale.
E’ uno dei tanti elementi emersi nelle inchieste che, al di là degli esiti penali, avrebbe dovuto indurre il PD e i suoi alleati a non candidare alla guida della Regione D’Alfonso.
Un tale enorme conflitto di interesse in qualsiasi paese europeo avrebbe suscitato un’amplissima censura.
L’Abruzzo invece è terra di ignavi che si dicono di sinistra ma davanti ai poteri forti sanno solo fare l’inchino.

 

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