Petrolio Abruzzo: vietate estrazioni fino a 5 miglia

piattaforme_marine_1_bigRoma. Attività di ricerca ed estrazione del petrolio vietate nella fascia marina di 5 miglia lungo tutte le coste nazionali. È quanto stabilito da Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente e dichiarato a margine del “Major Economies Forum” (Mef) in corso a Roma. Stando, infatti, a quanto dichiarato dalla Prestigiacomo, lo scorso venerdi sarebbe stato approvato lo schema di decreto di riforma del codice ambientale da parte del Consiglio dei ministri.

Tra le norme, spicca appunto il divieto di ricerca, prospezione ed estrazione di idrocarburi liquidi nella fascia di 5 miglia, divieto che si fa assoluto e si estende a 12 miglia attorno al perimetro di aree marine e costiere protette.

La norma adottata si applica anche ai procedimenti di autorizzazione già in corso.

“Abbiamo finalmente colmato un vuoto normativo” ha commentato con soddisfazione il ministro Prestigiacomo, “introducendo norme chiare a difesa del nostro mare. L’impegno del governo a difesa dei propri giacimenti naturali è pieno. Lo sviluppo delle attività produttive è sostenuto in un ambito di regole che pongono in primo piano la tutela ambientale”.

Il commento di Walter Caporale, capogruppo regionale Verdi. Una notizia sicuramente molto bella. Così Walter Caporale dei Verdi ha commentato la decisione governativa in merito al divieto di estrazione del petrolio. “Un miglio sono oltre 1600 metri (quello nautico è anche di più – 1851,6 m)” sottolinea in proposito il capogruppo. “Ciò significa che diverse istanze d’insediamento di prospezione, estrazione, lavorazione di idrocarburi avanzate da diverse società petrolifere a largo della nostra Regione (Elsa2 – Ombrina2 – Rospo Mare – Gagliarda ecc) e lungo le coste italiane non saranno concesse perché riguardano progetti con insediamenti con distanze dalla costa ben al disotto del nuovo divieto. Questa notizia è molto bella, anche se l’auspicio è che si possa evitare qualsiasi insediamento all’interno del mediterraneo. Un incidente come quello della Louisiana sarebbe letale per mezza Europa e sicuramente per tutta la costa italiana”.

Il commento di Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC. “Finalmente il governo pare essersi accorto dei rischi derivanti dalla petrolizzazione del nostro mare. Lo stop alle trivellazioni annunciato dal ministro Prestigiacomo entro 5 miglia dalla costa è poca cosa, ma almeno ci si comincia a porre il problema. Evidentemente le preoccupazioni che esprimiamo da anni non erano campate in aria. Come abbiamo sostenuto anche nel corso della seduta del Consiglio Regionale della settimana scorsa è ora che il governo dichiari l’Adriatico “Mare libero dal petrolio”. L’Abruzzo dovrebbe porsi come capofila delle regioni adriatiche per chiedere al governo che siano cancellate dalla programmazione nazionale  tutte le previsioni relative al nostro mare. Faccio presente che l’Adriatico non è un oceano. Il nostro è un mare chiuso in cui le conseguenze di un incidente anche mille volte inferiore a quello della Louisiana sarebbero catastrofiche. Se il pozzo si trova a 10 miglia non cambierebbe poi molto! Bisogna rivendicare con forza che si modifichi l’attuale normativa nazionale che espropria regioni ed enti locali della possibilità di decidere sul proprio territorio invece di costringerci a una perenne battaglia davanti alla Corte Costituzionale. In attesa di questo risultato va condotta una guerriglia legislativa con il governo in cui istituzioni e movimenti devono unire competenze e impegno. Purtroppo la settimana scorsa il Consiglio Regionale straordinario si è concluso con un rinvio. La risoluzione che avevamo preparato con associazioni e movimenti se approvata avrebbe posto l’Abruzzo all’avanguardia su un tema che finalmente si impone all’attenzione della politica nazionale. Chiodi ha perso una grande occasione”.

 

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