Tre Comuni uniscono le forze per dire: ‘Stop al gioco d’azzardo’

A scendere in campo sono Spoltore, comune capofila, Cepagatti e San Giovanni Teatino, che in collaborazione con l’associazione no profit ‘Collegamenti’ realizzano ‘Stop the game’, un progetto teso a contrastare le ludopatie, fenomeno in costante aumento e che coinvolge quasi tutte le fasce sociali e l’età della popolazione, dai ragazzi a pensionati: basti pensare che in Abruzzo si spende in media 917 euro a persona per le slot machine.

I servizi attivi:

Il progetto ‘Stop the game’ prevede, da parte di Collegamenti, l’attivazione di un numero verde attivo 12 ore al giorno, 3339515430; di una chat istantanea per parlare con gli esperti e l’accesso a un portale informatico (http://www.dipendenzagioco.org); un’opera di sensibilizzazione sul territorio, con incontri nelle scuole; la formazione di gruppi terapeutici che accoglieranno al massimo 10 persone per un periodo di un anno; una consulenza diagnostica a fine progetto e, infine, l’avvio gruppi di mutuo-aiuto.

Nel biennio 2014/2015 l’associazione ha fornito sul territorio di Spoltore prima e di Cepagatti subito dopo altre 9mila ore di reperibilità telefonica, più di 300 ore di sportello d’ascolto, oltre 70 accessi agli sportelli d’ascolto e 1000 ore dedicate ai social forum e alle chat online.

“Per la prima volta più comuni, seppur mantenendo la loro individualità, scelgono un percorso comune di prevenzione e intervento contro il gioco d’azzardo patologico”, ha spiegato il presidente dell’associazione, Antonio Maccarone, psicologo e psicoterapeuta.

“Collegamenti, con la sua équipe di sette psicoterapeuti, fornirà informazioni, sostegno, consulenza e, per la prima volta, anche cura psicoterapeutica. Gli utenti che accederanno non dovranno affrontare nessun costo, e questo grazie alla lungimiranza delle amministrazioni che hanno creduto in questo progetto”.

La testimonianza di Luca : “Il mio vero tumore è il gioco”

“Sono tante le storie drammatiche di persone piegate in due dal gioco, e poi svuotate di tutto: dai soldi alla dignità”, aggiunge Marianna Piccioni, psicologa e psicoterapeuta. “Persone che ottengono un soccorso dall’Asl oppure dalle associazioni, come la nostra, che mettono a loro disposizione un pool di esperti in grado di aiutarli a rompere la catena della dipendenza dal gioco”.

A tal proposito la psicologa riporta la testimonianza di Luca, 35 anni:

“Ho cominciato a giocare in adolescenza, tra amici, con il poker. Poi i miei compagni hanno abbandonato i tavoli e io ho cominciato con il poker on line. E’ stata la mia rovina. Mi sono isolato dal mondo, non ho più nessuno, ho perso i contatti con la realtà. Pensavo potesse diventare il mio lavoro. Nella vita mi consideravo uno stratega e pensavo di poterlo essere anche nel poker. Un anno fa sono stato affetto da una forma leucemica, ma il mio vero tumore è il gioco. So che è più facile curare la mia malattia che uscire dal circuito della dipendenza. I colori, l’odore del mio sigaro che mi accompagna nelle partite, il mio pc e poi quei suoni mi producono un eccitazione tale che è davvero difficile smettere. Tuttavia, e con grande fatica, vi assicuro che sono 2 mesi che non gioco e un giorno alla volta sto cercando di riprendermi”.

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