Ombrina Mare, le reazioni al sì del Ministero durante il Consiglio Regionale (VIDEO)

L’Aquila. Prima o poi tutte le sceneggiate si confermano tali”, è il commento del Presidente emerito della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi (FI), alla notizia del sì ministeriale alla realizzazione della piattaforma petrolifera “Ombrina” davanti la costa dei trabocchi abruzzesi. “E’ stata una sceneggiata la legge approvata giovedì scorso in Consiglio regionale che, a differenza di quel che volevano far credere, non ha osteggiato Ombrina. Così come sono state sceneggiate le manifestazioni che la sinistra faceva in campagna elettorale contro il Governo del centro destra e le manifestazioni organizzate sotto la mia stessa abitazione quasi a volermi indicare come responsabile della petrolizzazione dell’Adriatico. No era così! E durante i cinque anni che ho governato né Ombrina, né il centro oli, né la SNAM hanno avuto realizzazione. Se poi fosse vera la tesi di Camillo D’Alessandro, secondo la quale oggi la colpa sarebbe tutta di un funzionario ministeriale- a parte l’ingenuità e l’incredibilità di questa affermazione- vuole dire che non solo l’attuale Governo del centro sinistra non ha la forza di contrastare Ombrina sul piano politico, ma che basta un semplice funzionario per mettere sotto scacco l’autorevolezza di un presidente della Regione. Secondo Chiodi “la realtà su Ombrina è oggettiva: al momento il Governo regionale, semmai volesse farlo seriamente, non ha la forza per confrontarsi politicamente con il Governo nazionale e nemmeno all’interno del proprio partito”.

“L’ok del Ministero dello Sviluppo economico certifica senza ombra dubbio le pesanti responsabilità di questo governo regionale che ha palesato in modo chiaro la mancanza di autorevolezza e volontà politica per opporsi realmente al progetto che macchierà la Costa dei trabocchi”. Lo dichiarano i Consiglieri regionali di Forza Italia commentando l’esito della Conferenza di Servizi che si è svolta a Roma sul progetto Ombrina Mare. “In primis – aggiungono i Consiglieri – abbiamo assistito ancora una volta all’approssimazione di Luciano D’Alfonso, che non ha voluto partecipare all’importante appuntamento, mandando al suo posto il vice Presidente Lolli. Venendo meno a tutte le dichiarazioni di intenti e alle belle promesse propinate agli abruzzesi. Nei giorni scorsi inoltre avevamo sottolineato come l’istituzione del Parco marino, approvata giovedì scorso in Consiglio regionale, fosse solo una pezza a colori, tra l’altro fatta male, che mai avrebbe impedito la realizzazione di Ombrina. Quella ufficializzata ieri è una sconfitta pesante per tutto l’Abruzzo, non solo per D’Alfonso e i suoi, che non hanno evitato questo e altri progetti così dannosi per il futuro della nostra regione. Ora – concludono – siamo curiosi di leggere le dichiarazioni del presidente, o di qualche suo accanito sostenitore, nel tentativo magari di scaricare la responsabilità su altri. Questa volta non ci saranno scuse dietro cui nascondersi”.

E’ davvero un giorno buio per il nostro Abruzzo”. Questo è il commento a caldo del Sottosegretario regionale con delega all’Ambiente Mario Mazzocca, alla notizia dell’ok all’estrazione del petrolio da parte della Conferenza dei servizi del Ministero per lo Sviluppo Economico. “Oggi si è registrato un fatto grave ed inaudito, un evento a metà fra il raro e l’unico da quando esiste in Italia l’istituto della Conferenza dei Servizi”. “Un dirigente di un Ministero, dunque agente per conto del Governo, che si arroga il diritto di valutare e determinare su temi di competenza di un diverso organo costituzionale dello stato”. “Una decisione, quella di dichiarare ‘conclusa la conferenza a meno che emergano nuovi elementi che portino a riaprirne i lavori’, che lascia increduli”. “Nuovi elementi?” si domanda Mazzocca “e gli elementi evidenziati sia il 14 ottobre scorso che oggi, non sono forse ‘nuovi elementi’ ?”. “Fino a prova contraria, e tale prova non può essere fornita da un Ministro, ad oggi sono vigenti sia la legge regionale di divieto di ricerca, estrazione e altre attività petrolifere entro le 12 miglia, che quella istitutiva del parco marino dei Trabocchi”. “Due leggi che, con il verbale odierno, il Ministero dimostra di infrangere”. “Un comportamento grave ed inqualificabile in una Conferenza dei Servizi che, al contrario, andava immediatamente chiusa per manifesta sopravvenuta improcedibilità”. “La realtà” continua Mazzocca, “è che, alla luce delle dette vigenti disposizioni di legge regionali, il Governo centrale si trova ad un bivio: o si affretta ad impugnarle attendendo il giudizio sulla relativa costituzionalità (probabilmente consentendo, però, il pronunciamento sulla legittimità dei referendum promossi da 10 regioni), ovvero provvede ad emanare un proprio decreto (non sarebbe la prima volta), come suol dirsi ‘mettendoci la faccia’ e assumendosi l intera responsabilità morale e politica della vicenda. Non sono ammesse puerili scorciatoie come quella odierna; noi non ce ne staremo con le mani in mano. Fin da venerdì, per tramite della Avvocatura Regionale, riuniremo tutte le professionalità legali dei Comuni interessati per attivare tutti gli strumenti di legge per far valere le ragioni del nostro territorio”. “Oggi più che mai occorre lavorare tutti uniti per continuare la battaglia contro le trivellazioni e per uno sviluppo del nostro territorio realmente sostenibile, oltre che procedere rapidamente nell’avvio di tutte le procedure per opporsi a tale decisione; dalla previsione dell’ormai più che probabile ennesimo ricorso alla magistratura amministrativa, alla valutazione del profilo strettamente procedimentale in ordine al mancato rispetto di vigenti disposizioni di legge”.

“La battaglia contro Ombrina e contro la ricerca petrolifera  si è così radicalizzata tanto da non portare nulla di buono né agli ambientalisti né a quanti hanno chiesto da tempo di aprire un confronto serio su sviluppo e fonti energetiche. Ora bisogna prendere atto che il muro contro muro non funziona, bisogna tornare a parlare seriamente di ambiente, di come tutelarlo e di come riuscire a stabilire un ciclo virtuoso tra istituzioni, politica, cittadini e imprese. Urlare non porta a nulla, discutere e approfondire i temi è la via migliore se vogliamo davvero salvaguardare le nostre coste, il nostro mare e le nostre ambizioni di crescita economica.”, ha invece dichiarato in una nota il segretario del PD Abruzzo Marco Rapino.

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