Trivelle Abruzzo, via libera del Ministero ad Ombrina Mare

Roma. ‘L’approvazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico della piattaforma petrolifera con annessa nave di prima raffinazione “Ombrina Mare 2” a poche miglia dalla costa teatina in Abruzzo per il WWF è il segno del totale scollamento tra il Governo nazionale e il territorio.

Il Governo nazionale, e in particolare il Ministero dello Sviluppo Economico, ha colpevolmente ignorato la volontà di una intera regione – dichiara Dante Caserta, Vicepresidente del WWF Italia – Ha considerato carta straccia gli atti ufficiali della Regione Abruzzo che ha approvato due leggi tese a vietare la realizzazione dell’opera, non ha tenuto conto della volontà di Enti locali e Associazioni imprenditoriali del turismo, pesca e produzioni agroalimentari che da sempre si sono opposti a quest’opera.

Si vuole mettere a tacere la voce di migliaia e migliaia di cittadini che, attraverso le Associazioni ambientaliste e in prima persona, da anni manifestano il proprio dissenso contro un’opera deleteria per l’ambiente e la salute. Oggi il Ministero dello Sviluppo Economico non ha certo assicurato lo “sviluppo economico” di chi vive in Abruzzo e sulle coste del Mare Adriatico, ma esclusivamente quello della lobby dei petrolieri: davvero un pessimo segnale a meno di tre settimane dall’avvio della COP 21 di Parigi sul clima.

Nonostante questo atteggiamento di chiusura, la battaglia contro Ombrina Mare 2 non è certamente finita per il WWF: la procedura e le modalità seguite dalla Conferenza di servizi convocata dal Ministero offrono ulteriori motivi di ricorso davanti alla giustizia italiana ed europea. Il WWF ha già impugnato il decreto di autorizzazione sulla Valutazione di Impatto Ambientale e non lascerà nulla di intentato per fermare questo vero scempio ai danni del Mare Adriatico e del rispetto della volontà dei cittadini’, conclude Caserta.

“L’ok del Ministero dello Sviluppo economico certifica senza ombra dubbio le pesanti responsabilità di questo governo regionale che ha palesato in modo chiaro la mancanza di autorevolezza e volontà politica per opporsi realmente al progetto che macchierà la costa dei trabocchi”.

E’ quanto dichiarano i Consiglieri regionali di Forza Italia commentando l’esito della Conferenze dei Servizi che si è svolta oggi a Roma.
“In primis – aggiungono i Consiglieri – abbiamo assistito ancora una volta all’approssimazione di Luciano D’Alfonso che non ha voluto partecipare all’importante appuntamento, più di un indizio, mandando al suo posto il vice Presidente Lolli. Venendo meno a tutte le dichiarazioni di intenti e alle belle promesse propinante agli abruzzesi a cominciare dalla volontà di contrastare gli Ufo nell’Adriatico! Nei giorni scorsi inoltre avevamo sottolineato come l’istituzione del Parco marino, approvata giovedì scorso in Consiglio regionale, fosse solo una pezza a colori, tra l’altro fatta male, che mai avrebbe impedito la realizzazione di Ombrina.

Quella ufficializzata oggi è una sconfitta pesante per tutto l’Abruzzo, non solo per D’Alfonso e i suoi, autori di ipocrite politiche ambientali e che non hanno evitato questo ed altri progetti così dannosi per il futuro della nostra regione. Ora – concludono Febbo e Sospiri – siamo curiosi di leggere le dichiarazioni del presidente, o di qualche suo accanito sostenitore, nel tentativo magari di scaricare la responsabilità su altri. Questa volta non ci saranno scuse dietro cui nascondersi”.

SEL ABRUZZO: ‘RENZI HA DECISO DI TRASFORMARE L’ABRUZZO IN UN DISTRETTO PETROLIFERO’

‘E’ pesante e vergognosa la decisione di oggi del MISE su Ombrina Mare. Una scelta che va contro le volontà della Regione, dei comuni e soprattutto degli abruzzesi che hanno più volte manifestato contro queste scelte perchè trasformano l’Abruzzo in un distretto petrolifero.

È gravissimo il comportamento del ministero dello sviluppo economico che nell’esprimere il parere per Ombrina Mare non ha tenuto minimanente conto sia della legge regionale di divieto di ricerca, estrazione e altre attività petrolifere entro le 12 miglia, che quella istitutiva del parco marino dei Trabocchi.

Adesso occorre lavorare tutti uniti nel continuare la battaglia contro le trivellazioni, e prepararsi ad avviare tutte le procedure per il ricorso al Tar contro la decisione del Mise di oggi su Ombrina, come pure ad attivare tutti gli strumenti legali per impedire la petrolizzazione dell’Abruzzo’, è quanto ha dichiarato il coordinatore di Sel Abruzzo, Tommaso Di Febo.

SINDACO DI VASTO: ‘ Deluso ed amareggiato’

“Sono deluso e amareggiato che in sede di Conferenza di Servizi, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, non siano state prese per nulla in considerazione le ragioni del nostro territorio, della Regione Abruzzo, delle Provincie, delle Associazioni e dei tanti Comuni presenti. Un semplice funzionario statale, sostituendosi, di fatto, agli organi giudiziari, ha ignorato completamente mozioni, ricorsi, leggi regionali, e quanto fatto dai numerosi Enti Locali, nel corso degli anni, contro il progetto di Ombrina Mare. Oggi non è un giorno positivo per il nostro territorio e per la Regione Abruzzo, ma abbiamo perso una battaglia non la guerra, continueremo ad opporci, in ogni sede, alla petrolizzazione del mare adriatico”.
Così Luciano Lapenna, Sindaco di Vasto e Presidente di ANCI Abruzzo, a margine della Conferenza di Servizi presso il MISE di Roma. 

LEGAMBIENTE: ‘Inconcepibile e irresponsabile deriva petrolifera’

“Il comportamento del Ministero dello sviluppo economico è inconcepibile e irresponsabile. Oggi ci saremmo aspettati quantomeno una sospensione dell’iter autorizzativo, se non la revoca, viste le due leggi regionali vigenti che di fatto vietano la costruzione della piattaforma a largo della costa teatina. Ci sembra assurdo che non sia stato minimamente tenuto conto del contenuto di due norme che sono state regolarmente votate e approvate dal consiglio regionale abruzzese, sulla cui illegittimità dovrà esprimersi nel caso la corte costituzionale e non di certo i funzionari del ministero stesso. Nonostante inoltre il parere contrario delle regioni, dei comuni, dei cittadini e delle tante associazioni ambientaliste scese oggi in piazza a Roma contro Ombrina Mare, la piattaforma petrolifera che dovrebbe sorgere a largo della costa abruzzese, il Mise pur non avendo oggi rilasciato il nulla osta definitivo al progetto, di certo, non ha dimostrato nessun interesse nel voler fermare questo progetto.” Così commenta Giuseppe Di Marco, presidente di Legambiente Abruzzo presente alla manifestazione organizzata sotto al ministero dello Sviluppo Economico a Roma, dove si è tenuta la Conferenza dei Servizi sul progetto “Ombrina Mare”.

La piattaforma farà male all’ambiente, al territorio, alla salute dei cittadini e alle attività come il turismo e la pesca. Legambiente continuerà a battersi con tutti i mezzi che ha a disposizione, e nel caso del rilascio dell’autorizzazione, anche facendo ricorso alla giustizia amministrativa, viste le numerose lacune sia nel progetto che nell’iter procedurale.

“L’ostinazione che sta dimostrando il Ministero dello sviluppo economico – aggiunge Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – è la stessa che sta avendo il Governo Renzi in materia di trivellazioni petrolifere, decidendo di non ascoltare la voce dei tanti cittadini e delle associazioni che si dicono contrarie a questa assurda scelta. Pensare che il futuro energetico del Paese possa essere legato al petrolio e alle trivelle vuol dire riproporre un modello vecchio, insensato e inefficace. Oggi è evidente l’urgenza di abbandonare la deriva petrolifera e investire finalmente in energie rinnovabili, risparmio ed efficienza energetica. Non sono solo le associazioni a chiederlo ma anche le stesse Regioni, visto che nei mesi scorsi da ben 10 amministrazioni hanno richiesto un referendum per l’abrogazione delle norme pro trivelle, che, a questo punto, rappresenterà ancora di più un importante strumento per un futuro energetico diverso.”

DI STEFANO (Forza Italia): ‘Vergognoso tentativo di D’Alfonso di scaricare le colpe su un funzionario del Ministero’

“E’ vergognoso scaricare su un semplice dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico, la responsabilità di dare parere favorevole ad un progetto importante come quello di Ombrina 2” è il commento dell’On.le Fabrizio Di Stefano dopo la conferenza dei servizi di questa mattina a Roma, dove un funzionario ha dato parere favorevole al contestatissimo progetto Ombrina.
“D’Alfonso si reca anche ad inaugurare 1 metro di asfalto nuovo o a salutare ed omaggiare personaggi alla Di Rupo, ma si guarda bene dall’andare a Roma a tutelare e difendere gli interessi dell’Abruzzo.
Si sta distinguendo come il personaggio dell’effimero, che davanti ai fatti concreti viene sempre meno.
Ricordo che io dissi che il Centro Oli non si sarebbe fatto e infatti con il Governo Berlusconi siamo riusciti a bloccare quel progetto con una sinergia nell’interesse dell’Abruzzo e degli abruzzesi, coerentemente a quanto avevo annunciato. D’Alfonso invece confidava in Renzi per bloccare il progetto Ombrina e il Ministero lo ha autorizzato!
Un Presidente serio, dopo le promesse non mantenute della campagna elettorale, si dimetterebbe anche per protesta contro il Governo.
A questo punto – conclude Di Stefano -, anche il Parco Marino non serve a nulla. La sua istituzione sarebbe solamente un ennesimo carrozzone per il centrosinistra”.

M5S: “I Piddini abruzzesi piangono (per finta), i Piddini in Parlamento ci fottono (per davvero)’

“M5S è uno, uno soltanto. Fra quello che diciamo a livello locale e quello che diciamo a livello nazionale non c’è differenza.
Il Pd invece finge di soffrire personalità multiple. In Abruzzo, sindaci, consiglieri regionali e presidente di Regione del Pd fanno la sceneggiata e raccontano di aver fatto di tutto per fermare Ombrina. Nel frattempo, i loro colleghi di partito a Roma danno il via libera alle trivellazioni petrolifere nel nostro amato mare Adriatico.
Se M5S fosse al governo questo non sarebbe mai successo. La legge di iniziativa regionale alle camere, presentata dal M5S, è pronta: basterebbe calendarizzarla e votarla per neutralizzare quanto previsto dal Decreto Sviluppo.
Ma a D’Alfonso di tutto questo cosa importa? Quello che conta per lui è che Renzi abbia salvato la sua parte anatomica incollata alla poltrona e il suo bilancio con il decreto “Salva Regioni”, rendendo legale quello che legale non era.
Fra mostri ecologici e mostri legislativi, il Pd sta trasformando l’Abruzzo in un museo degli orrori. Queste recite, che alle loro primarie costano pure due euro senza neanche i popcorn inclusi nel prezzo, non devono più essere sopportate.”, afferma Gianluca Castaldi.
“L’unica legge che avrebbe fermato questo scempio giace in qualche cassetto. Si tratta della legge di iniziativa alle Camere per modificare e in parte abrogare l’articolo 35 del decreto sviluppo, il documento con cui di fatto si autorizzano le trivellazioni nel mare adriatico. Questo lo sappiamo noi, lo sa il PD e lo sa benissimo anche SEL, ai quali continuiamo a chiedere di fare pressioni ai relativi parlamentari per calendarizzare e votare la legge di iniziativa regionale del M5S”.
Con queste parole Sara Marcozzi commenta la notizia dell’autorizzazione a procedere arrivata oggi dalla conferenza dei servizi tenutasi a Roma.
L’orientamento del Governo Nazionale è stato quello di non tenere conto nella procedura delle novità legislative intervenute (Legge Regionale sul Parco di Trabocchi Pd-Sel), come già accaduto per la Legge Regionale sulle 12 miglia (Pd-Sel).
“Sapevamo bene che la Regione a vrebbe combattuto con armi spuntate e leggi dall’odore di incostituzionalità” ribadisce la Marcozzi “Lo abbiamo più volte ripetuto davanti ad una maggioranza che ha tenuto più conto della facciata che della efficacia dei mezzi. Una serie di azioni nate già fallimentari” incalza la Marcozzi “ dalle leggi incostituzionali ad un referendum che stenterà, ahi noi, a raggiungere il quorum. Azioni deboli portate avanti – ci viene il dubbio – con l’unico scopo di tenersi buoni i comitati di cittadini che più volte sono intervenuti in consiglio regionale. Noi lo sapevamo, lo abbiamo detto e abbiamo avvisato più volte i cittadini di non cadere nelle dinamiche propagandistiche di un governo regionale che non è stato capace di difenderci “dagli ufo” e che con Ombrina segna l’ennesima tacca al negativo”.
Anche il deputato Gianluca Vacca commenta la notizia dell’ok ad Ombrina. “Il governo vuole Ombrina, il PD vuole Ombrina, Non esiste nessun PD buono: il PD è uno solo, ed è favorevolissimo alla petrolizzazione della nostra Regione. Noi sapevamo che il Ministero non si sarebbe fermato davanti alla costituzione del Parco, ma lo sapevano sicuramente anche D’Alfonso e Mazzocca”.
In attesa che i ricorsi facciano la loro strada, i rappresentati locali e i parlamentari abruzzesi devono chiedere contestualmente alla maggioranza in parlamento di votare un emendamento alla legge di stabilità (noi l’abbiamo presentato per l’ennesima volta) per bloccare definitivamente Ombrina: la modifica della legge infatti è l’unica strada possibile, come noi sosteniamo da 3 anni. Lo stop ad Ombrina deve arrivare da Roma ed il Governo Regionale, dello stesso partito del Governo centrale, deve lavorare in questo senso”.
Il PD resterà alla storia come il partito che più di tutti gli altri ha svenduto la nostra regione ai petrolieri.
La loro coscienza sarà per sempre sporca, nera come il petrolio.

COMUNE PESCARA: ‘La mobilitazione continua’

“Il Ministero è andato dritto per la sua strada, senza tenere conto delle proteste, delle richieste e dell’istituzione del Parco Marino che è a tutti gli effetti ormai legge regionale – spiega l’assessore Adelchi Sulpizio, delegato dal sindaco a seguire la conferenza per l’Amministrazione comunale – Abbiamo cercato di far passare il fatto che questo elemento ha modificato lo stato di diritto della costa in cui la piattaforma dovrebbe operare, diventando un legittimo ostacolo al progetto, ma l’orientamento ministeriale è stato quello di non tenere conto nella procedura di tali novità legislative intervenute.
Per i Comuni non è una sconfitta, venerdì sindaci e rappresentanti del fronte contrario a Ombrina si rivedranno in Regione per affinare una linea di azione che sia di tutela ambientale contro il progetto e anche amministrativa, perché si tenga conto della situazione nei fatti mutata con l’istituzione del Parco: due presenze antitetiche per quella fascia di mare e una procedura che potrebbe confermarsi quale pericoloso precedente per lo sfruttamento del nostro patrimonio costiero e di tutto ciò di cui è ricco. In tali riunione si valuteranno tutte le eventuali azioni legali, anche contro i lavori dell’odierna conferenza di servizi e il Comune di Pescara in tal senso farà la sua parte”.

NO TRIV, IN TANTI A ROMA

“Siamo abruzzesi, siamo pastori non siamo pecore cari signori. Pane e olio, senza petrolio. C’è l’Abruzzo da rispettare via i pirati dal nostro mare”. Questi gli slogan intonati dai manifestanti di ‘No Ombrina’ sotto al ministero dello Sviluppo Economico a Roma.

AL VIA LE ATTIVITA’ DEL COSTITUENDO COMITATO REFERENDARIO NATO DALL’ASSEMBLEA NAZIONALE “VERSO IL REFERENDUM NO TRIV”

Domenica 8 novembre si è chiusa con una straordinaria partecipazione civica, associativa e movimentista e con la definizione delle iniziali attività operative del costituendo comitato referendario a sostegno della futura campagna, il primo appuntamento assembleare italiano convocato dal Coordinamento nazionale No Triv e dalle centinaia di organizzazioni aderenti alla iniziativa, dopo il deposito in Cassazione dei quesiti referendari abrogativi contro le trivellazioni in mare e su terraferma.

Presso i locali dell’Ex Snia, al Parco delle Energie di Roma, l’assemblea ha dato il via ad un lavoro preparatorio teso alla costituzione di una organizzazione coordinata e democratica tra associazioni nazionali e locali, movimenti e comitati che sia espressione ampia della società civile e che articoli e condivida azioni comuni a sostegno della prossima “campagna” nazionale.

In attesa dei pronunciamenti della Corte di Cassazione e della Consulta sui sei quesiti promossi dalle centinaia di realtà associative, che hanno raggiunto il placet unanime della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee elettive regionali a settembre, ed a cui hanno fatto seguito le dieci delibere per il referendum da parte di altrettante regioni, il costituendo comitato referendario ha riaffermando la necessità primaria di creare una ampia rete sociale partecipata e trasversale che conduca l’iniziativa, pianificando sin a da subito le prime strategie comuni.

Fondamentale sarà tenere sempre presente che l’unione delle tante lotte territoriali, la connessione con le organizzazioni impegnate nelle campagne referendarie di prossima definizione – a partire da quella per il “No”al referendum confermativo sulla Riforma Costituzionale – il funzionale rapporto con le organizzazioni politiche e sindacali sostenitrici, con i Delegati regionali e con la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali e delle Provincie autonome, rappresentano canali di relazione attorno ai quali muovere per la costruzione di un percorso unitario, democratico, partecipato e vincente, finalizzato al raggiungimento del quorum ed al successo del “Sì” alle abrogazioni proposte.

Ampio spazio durante la mattinata è stato dedicato alle relazioni degli intervenuti, ai quali si sono alternati gli interventi di organizzazioni sociali e politiche a sostegno dell’iniziativa.

Ai rappresentanti del Coordinamento nazionale No Triv, di WWF, Legambiente, hanno fatto seguito nelle relazioni esponenti del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, di Pancho Pardi per il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, di Marco Furfaro (SEL), Gianni Girotti (Movimento 5 Stelle), Alfonso Pecoraro Scanio (Fondazione Univerde), Piero Lacorazza (PD e Presidente del Consiglio regionale Basilicata), Annalisa Corrado (per Green Italia e Possibile), Stefano Fassina (Sinistra Italiana), Maurizio Marcelli (FIOM) nonché di rappresentanti dell’universo associativo e movimentista italiano, da Marica Di Pierri (A Sud) a Stefano Iannillo (Rete per la Conoscenza), ai portavoce dei tanti comitati territoriali presenti da ogni regione italiana. Ai lavori ha preso parte anche Andrea Boraschi per Greenpeace.

Nella sessione pomeridiana, dedicata alla plenaria per l’elaborazione di proposte organizzative ed operative, si è predisposta una prima sintesi esecutiva che consentirà di procedere immediatamente e con passi sostanziali alle nuove iniziative pianificate verso il referendum: un referendum che è di tutti i cittadini italiani e col quale affermare l’opposizione convinta alle politiche energetiche fossili.

Un collegamento con la mobilitazione italiana per il clima e l’adesione alla marcia prevista a Roma il prossimo 29 novembre, in vista della COP21 di Parigi, rappresentano in questo senso un momento di coesione e di attenzione collettiva sul più ampio tema dei cambiamenti climatici.

La prossima convocazione di assemblee territoriali “Verso il referendum No Triv” e la declinazione nei diversi contesti regionali di una rete che coinvolga tutti i soggetti interessati alla costruzione di un percorso partecipato e trasversale, saranno passaggi essenziali per dare diffusione al processo collettivo avviato e precederà una nuova assemblea nazionale prevista per la prima metà di dicembre 2015.

MAZZOCCA SU OMBRINA MARE: ‘INCREDIBILE EPILOGO’

“E’ davvero un giorno buio per il nostro Abruzzo”. Questo è il commento a caldo del Sottosegretario regionale con delega all’Ambiente Mario Mazzocca. “Oggi – ha proseguito Mazzocca – si è registrato un fatto grave ed inaudito, un evento a metà fra il raro e l’unico da quando esiste in Italia l’istituto della Conferenza dei Servizi. Un dirigente di un Ministero, dunque agente per conto del Governo, che si arroga il diritto di valutare e determinare su temi di competenza di un diverso organo costituzionale dello stato. Una decisione, quella di dichiarare “conclusa” la conferenza “a meno che emergano nuovi elementi” che portino a riaprirne i lavori, che lascia increduli. Nuovi elementi? E gli elementi evidenziati sia il 14 ottobre scorso che oggi non sono forse ‘nuovi elementi’? Fino a prova contraria, e tale prova non può essere fornita da un Ministro, ad oggi sono vigenti sia la legge regionale di divieto di ricerca, estrazione e altre attività petrolifere entro le 12 miglia, che quella istitutiva del parco marino dei Trabocchi. Due leggi che, con il verbale odierno, il Ministero dimostra di infrangere. Un comportamento grave ed inqualificabile in una Conferenza dei Servizi che, al contrario, andava immediatamente chiusa per manifesta sopravvenuta improcedibilità”. “La realtà – continua Mazzocca – è che, alla luce delle dette vigenti disposizioni di legge regionali, il Governo centrale si trova ad un bivio: o si affretta ad impugnarle attendendo il giudizio sulla relativa costituzionalità (probabilmente consentendo, però, il pronunciamento sulla legittimità dei referendum promossi da 10 regioni), ovvero provvede ad emanare un proprio decreto (non sarebbe la prima volta), come suol dirsi ‘mettendoci la faccia’ e assumendosi l’intera responsabilità morale e politica della vicenda. Non sono ammesse puerili scorciatoie come quella odierna; noi non ce ne staremo con le mani in mano. Fin da venerdì, per tramite dell’Avvocatura Regionale, riuniremo tutte le professionalità legali dei Comuni interessati per attivare tutti gli strumenti di legge per far valere le ragioni del nostro territorio”. “Oggi più che mai» chiosa Mazzocca, «occorre lavorare tutti uniti per continuare la battaglia contro le trivellazioni e per uno sviluppo del nostro territorio realmente sostenibile, oltre che procedere tosto nell’avvio di tutte le procedure per opporsi a tale decisione; dalla previsione dell’ormai più che probabile ennesimo ricorso alla magistratura amministrativa, alla valutazione del profilo strettamente procedimentale in ordine al mancato rispetto di vigenti disposizioni di legge”.

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