Petrolizzazione Abruzzo, Di Stanislao: “Chiodi esca dall’ambiguità”

petrolio_2Undici istanze di ricerca in terraferma, dodici permessi di ricerca, sette concessioni di coltivazione, due concessioni di stoccaggio, 553 i pozzi di idrocarburi perforati”.

Augusto Di Stanislao (IdV) snocciola i numeri della petrolizzazione in Abruzzo, puntando il dito contro le chiacchiere e promesse” del Governo regionale.  Da oltre un anno, infatti, l’On. Di Stanislao porta avanti in Parlamento una battaglia contro la petrolizzazione e il nucleare.

“E’ evidente” ha detto “che la Regione non ha, e forse non vuole, nessun potere decisionale a riguardo e un esempio per tutti è l’ultima legge delega al Governo in materia di nucleare e di energia, che si riferisce anche alla ricerca ed alla coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi, delle risorse geotermiche e dei minerali solidi ed alle attività di stoccaggio, una legge impugnata da 15 Regioni d’Italia meno che dall’Abruzzo. L’Abruzzo è una delle regioni d’Italia maggiormente colpite da questo problema, senza contare i progetti di ricerca che prevedono installazioni di piattaforme per l’estrazione a poche decine di metri dalle coste abruzzesi”.

Secondo Di Stanislao la soluzione sta tutta nelle energie rinnovabili, puntando su una politica energetica e per uno sviluppo economico ecosostenibile.

“In Italia” ha concluso “puntare sulle fonti energetiche rinnovabili può rappresentare una straordinaria occasione per creare nuova occupazione e ridurre la dipendenza dalle importazioni di greggio, oltre a stimolare la ricerca e l’innovazione tecnologica. La strada da seguire è dunque quella di valorizzare le risorse naturali, sole, vento, acqua, biomasse e calore del sottosuolo, a seconda delle potenzialità locali”.

 

 

 

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