Il futuro del vino in Abruzzo

Vini-tipici-abruzzoFrancavilla. Il Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università degli Studi di Teramo, in collaborazione con il Consorzio Agrario Interprovinciale di Chieti-Pescara-L’Aquila e il Consorzio Agrario Provinciale di Teramo, ha organizzato per giovedì 13 maggio, alle ore 9.00, presso la sala convegni di Palazzo Sirena a Francavilla al Mare, un seminario tecnico-scientifico dal titolo “Quale viticoltura per la Regione Abruzzo?”.
Il seminario, rivolto a tutti gli operatori del settore vitivinicolo, affronterà il tema dell’esigenza di innovazione nel comparto viticolo della Regione Abruzzo, presentando soluzioni tecniche e nuovi approcci metodologici per la programmazione e la gestione aziendale. L’apertura dei lavori sarà affidata a Domenico Pasetti, presidente dei due Consorzi Agrari che operano nel territorio regionale. Seguiranno gli interventi di Solange Ramazzotti, dell’Università di Teramo, che parlerà di Innovazioni per la gestione differenziata del vigneto a scala aziendale; di Cesare Intrieri, docente di Viticoltura generale all’Università di Teramo e professore emerito dell’Università di Bologna, che relazionerà sulle Tecniche innovative nella gestione del vigneto; di Eugenio Pomarici, dell’Università Federico II di Napoli, che affronterà il tema del mercato vitivinicolo con una relazione dal titolo Il comparto viticolo enologico italiano: rischi, sfide, nuove opportunità. Dopo il dibattito, le conclusioni del seminario saranno riassunte da Michele Pisante, presidente del Corso di laurea in Viticoltura ed Enologia e prorettore per la Ricerca dell’Università degli Studi di Teramo. “In Italia le superfici investite a vigneto per uve da vino- ha spiegato Michele Pisante, prorettore per la Ricerca dell’Università degli Studi di Teramo – hanno subito una drastica riduzione, passando da oltre 1,1 milioni di ettari nel 1970 agli attuali 650.000 ettari circa. L’Abruzzo conta circa 36.000 ettari coltivati, rappresentando circa il 5% della viticoltura italiana. Il nuovo scenario che si delinea per la viticoltura italiana e abruzzese in particolare comporterà a breve la scomparsa di molti piccoli appezzamenti e la loro sostituzione con impianti più razionali e accorpati. A fronte di questa previsione, è necessario programmare l’opera di riconversione ricorrendo, ove possibile, ad una razionale ristrutturazione degli impianti esistenti, ma soprattutto curando l’impostazione e la realizzazione di quelli nuovi, che devono necessariamente rispondere a criteri di massima razionalità sotto il profilo fisiologico e sotto quello gestionale. I vigneti di nuovo impiantodovranno essere progettati con accorgimenti tecnici fortemente integrati fra loro, frutto delle recenti esperienze ed evidenze scientifiche che l’Università degli Studi di Teramo ha conseguito e che mette a disposizione degli operatori del settore per supportare razionalmente le decisioni aziendali e comprensoriali. Le direttrici su cui si interviene – ha concluso – sono finalizzate all’ottenimento di quattro risultati fondamentali: la qualità delle uve, la produttività dell’impianto, il rispetto dell’ambiente e la riduzione dei costi di gestione.

 

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