Garante dei detenuti, la Regione Abruzzo rischia un corto circuito istituzionale

Si torna a parlare della necessità dell’elezione del Garante dei detenuti per consentire anche in Abruzzo “il recupero e il reinserimento sociale di carcerati con problemi correlati alla tossicodipendenza, gli inserimenti per il lavoro all’esterno e il sostegno alle misure alternative alla detenzione carceraria”.

Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista e Vincenzo Di Nanna di Amnistia Giustizia Libertà Abruzzi denunciano il mancato impegno, da parte della Regione, di attuare quanto prescitto da una sua stessa legge (art. 6 comma 5 L.R. n. 35 del 2011) che prevede l’elezione del Garante nei novanta giorni successivi all’insediamento.

Nonostante i ripetuti proclami, questa violazione, secondo quanto scrivono in una nota Acerbo e Di Nanna, non consente di attuare il protocollo d’intesa che prevede l’istituzione di un tavolo tecnico tra Regione Abruzzo, Provveditorato Regionale e Tribunale di Sorveglianza, per la definizione delle procedure operative da realizzarsi con la partecipazione del Garante.

“La denunziata violazione di Legge”, si legge nella nota, “rischia dunque di generare un vero e proprio corto circuito istituzionale, tanto più che, nell’attesa dell’attuazione del citato protocollo, il Tribunale di Sorveglianza ha opportunamente e doverosamente rinviato le udienze per tutti quei condannati privi di attività di lavoro che hanno chiesto di poter aderire al programma di reinserimento previsto nel protocollo”.
Inoltre, proprio per richiamare l’attenzione su questa problematica, il radicale teramano Ariberto Grifoni sta conducendo da 13 giorni lo sciopero della fame, nella speranza che la Regione Abruzzo, tra le poche a non aver ancora nominato la figura del Garante, provveda a farlo al più presto.

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