Nel 2014 poco credito alle micro imprese e tasse eccessive: la politica faccia la sua parte

Una medaglia a due facce. Se da una parte aumentano i depositi, con una crescita record di 310 milioni di euro, dall’altra parte si assiste ad una flessione del credito pari a 118 milioni di euro. E’ quanto emerso questa mattina, a Pescara, nel corso della conferenza stampa tenuta dalla Cna abruzzese per presentare lo studio realizzato da Aldo Ronci sull’andamento del credito nel 2014: un andamento che ha confermato in pieno la penalizzazione riservata alle micro-imprese.

Credito negato e fiscalità eccessiva sono, dunque, la corona di spine che grava sul capo delle piccole imprese abruzzesi, impedendo quella ripresa che viene da più parti invocata, ma poco sostenuta.

“Il maggior credito erogato al mondo dell’impresa”, spiega Ronci, “nell’ordine di 40 milioni, è frutto di due tendenze opposte: da una parte, le società non finanziarie hanno ottenuto un incremento di 112 milioni, dall’altra le micro-imprese hanno subito un decremento molto forte, pari a 72 milioni. Oltretutto, il grosso dell’aumento è concentrato in provincia di Chieti (+177 milioni), ed è stato destinato all’industria, in particolare l’automotive (+138) e ai settori della gomma e della plastica (+81)”.

Ancora in profonda crisi il settore delle costruzioni (-185 milioni) nonostante in Abruzzo ci sia il cantiere più grande d’Europa per la ricostruzione post sisma dell’Aquila. A beneficiare del lieve incremento del credito a favore del sistema produttivo, fatta salva la débacle delle imprese artigiane, è stato, con la provincia teatina, solo il territorio dell’Aquilano, seppure in modo lievissimo (+6). “Profondo rosso”, al contrario, per il Pescarese (-121 milioni) e in misura più ridotta per Teramo (-22). Un andamento a passo di gambero, se si considera che, nel corso dell’anno, i depositi bancari hanno segnato un aumento di ben 310 milioni di euro, con Teramo capofila (+199), seguita da Pescara (+80).

“Siamo qui periodicamente a ribadire un bollettino di guerra”, ha detto il presidente regionale dell Cna, Italo Lupo, “ma per uscire da questa spirale negativa occorre uno scatto che per il momento non vediamo. Uno scatto che riapra i rubinetti del credito e abbassi una fiscalità che oggi incide per un valore superiore al 63% sul capo dei piccoli imprenditori. Così, chiediamo alla politica di uscire dalla logica dei proclami per mettere finalmente mano alle misure più urgenti”.

Tra queste, come ha ricordato il direttore regionale della Cna, Graziano Di Costanzo, c’è il potenziamento dei confidi, unici strumenti in grado di assicurare alle micro imprese un accesso al credito a tassi vantaggiosi.
Un sistema che in Abruzzo risente del forte ridimensionamento della presenza degli istituti locali per effetto delle recenti fusioni, acquisizioni e incorporazioni operate dai colossi nazionali.

“Fino a pochi anni fa”, ha commentato Di Costanzo, “la nostra regione rappresentava una eccezione virtuosa, con le piccole banche, più vicine al sistema produttivo locale, in grado di erogare più del 50% del credito complessivo al mondo dell’impresa, contro una media nazionale inferiore di 30 punti. Una anomalia che purtroppo è stata cancellata”.

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