Decreto Milleproroghe, Legnini (Pd) contro la tassazione degli aquilani

giovanni_legniniL’Aquila. “Dal primo luglio gli abruzzesi saranno chiamati a pagare le tasse correnti e quelle sospese”. Lo sottolinea Giovanni Legnini, parlamentare del Pd, al termine della discussione sul decreto legge Milleproroghe. Legnini ha, infatti, mostrato un documento del Ministero dell’Economia che affermerebbe che la norma non prevede nulla in merito alle modalità di restituzione dei “nuovi” importi sospesi, che conseguentemente dovranno essere restituiti senza rateizzazione nell’anno 2010.

Secondo Legnini, questo si traduce nella volontà di mentire agli abruzzesi, soprattutto dopo il diverso trattamento riservato in precedenza ai terremotati di Umbria e Marche. Allo stato attuale delle cose, per l’Abruzzo, infatti, non ci sarebbe la copertura per la sospensione delle tasse.

Molto preoccupati della situazione anche Italo Lupo e Giorgio Stringini, presidente regionale e provinciale della Cna, che sostengono che, in mancanza di una legge specifica, gli aquilani tornerebbero a fare i conti con una pressione fiscale record.

“Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza affrontata in modo frammentario, farraginoso, incerto” fanno sapere a riguardo. “Ad oggi, infatti, senza un intervento legislativo “ad hoc”, sulla base della semplice ordinanza della Protezione civile emanata a suo tempo, i tanti impegni solennemente riaffermati dalle autorità di governo in materia fiscale rischiano di restare lettera morta“.

Il Pd ha colto l’occasione per sollevare anche la questione delle zone franche urbane per i comuni colpiti dal terremoto. Il maxiemendamento del Governo al decreto legge Milleproroghe inserisce, infatti, un tetto di spesa di 50 milioni annui per tutte le zone franche urbane d’Italia.

Il senatore Luigi Lusi ricorda che con il decreto sul terremoto in Abruzzo veniva istituito un Fondo con uno stanziamento di 45 milioni di euro solo per l’Abruzzo. “Con il tetto di spesa” sostiene a riguardo Lusispariscono così 45 milioni di euro per il terremoto”.

Inchiesta appalti G8. Giovanni Legnini è intervenuto anche in merito alle recenti dichiarazioni degli imprenditori coinvolti nell’inchiesta relativa agli appalti del G8. “Si faccia immediatamente chiarezza” ha commentato a riguardo “sull’atteggiamento deprecabile di alcuni imprenditori che, dopo il tragico terremoto del 6 aprile in Abruzzo, hanno pensato in modo cinico solo agli affari e sugli altri preoccupanti elementi che stanno emergendo dall’indagine sulla Protezione civile”. Dalle indagini risulterebbe, infatti, che Angelo Balducci si sia adoperato affinché Diego Anemone entrasse nella gestione dei lavori di ricostruzione e, inoltre, che  il fratello del dirigente del Progetto Case Abruzzo, Giammichele Calvi, abbia rilevato un’azienda di Tarantini. “Se confermate” commenta il senatore “sono notizie che comproverebbero un quadro preoccupante dei rapporti tra i responsabili della protezione civile e imprenditori desiderosi solo di concludere affari. Alla luce di questi elementi, è necessario che si faccia al più presto chiarezza anche in Parlamento su come la Protezione Civile ha gestito gli interventi di ricostruzione, gli appalti per la realizzazione del piano C.A.S.E e sulle modalità di affidamento dei lavori fino ad ora eseguiti”.

 


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