Province, la manovra 2015 mette a rischio i bilanci degli Enti abruzzesi

Nuovi tagli alle Province per l’anno 2015, o, più correttamente, aumento del prelievo statale, visto che non si tratta di riduzione di fondi che lo Stato versa agli Enti Locali, ma di aumento delle somme che questi ultimi versano allo Stato.

 

 

 

 

Il prelievo statale effettuato nei confronti delle Province finoa l 2014 ammonta a oltre 772 milioni e la legge di stabilità 2015 chiede loro un altro miliardo, anche alla luce del presunto alleggerimento di funzioni imposto dalla riforma.

 

 

 

Parliamo di presunto alleggerimento perchè, ad oggi, quasi nessuna Regione, compresa la Regione Abruzzo, ha legiferato in merito alle competenze da far tornare in capo alle strutture regionali, e le Province si trovano a dover retribuire dipendenti che, per legge, dovrebbero essere trasferiti alle Regioni, o allo Stato o ad altri Enti Locali.

 

 

 

 

In Abruzzo la somma maggiore da versare allo Stato spetta alla Provincia di Teramo (6.544.364,76 euro), seguita da Pescara (6.148.838,24 euro), L’Aquila (3.902.653,74 euro), e Chieti (2.775.640,16 euro).

Somme importanti che, con il “peso” di tutto il personale ancora gravante sui bilanci personali a causa dei ritardi nelle definizioni delle competenze e nelle ricollocazioni (ritardi equamente divisi tra Stato e Regioni), rischiano di fare crollare il sistema di Enti locali che, benchè definiti da più parti “inutili”, svolgono attività essenziali per il territorio, attività che, ad oggi, non sono state trasferite a nessun altro organismo amministrativo.

 

 

 

 

Intanto, nel nostro territorio, le strade provinciali cadono a pezzi, il territorio frana, la pianificazione di area vasta langue, i servizi per scuole e disabili rischiano di non poter essere più erogati. Forse i conti dello Stato saranno salvi, ma non certo i servizi essenziali per i cittadini.

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