Imprese Abruzzo: per Ronci, tornano a crescere ma non quelle artigiane

Pescara. Nel 2014 le imprese, contrariamente a quanto avvenuto nel 2013, tornano a crescere di 305 unità, ma è il risultato di due dati di segno opposto.

Da un lato le imprese artigiane con un decremento di 871 unità continuano a registrare un pesante risultato negativo per il quarto anno consecutivo. Dall’altro le imprese non artigiane crescono di ben 1.176 unità.

Tale crescita è data dalla differenza tra le 7.200 iscrizioni e le 6.024 cessazioni. A rilevarlo è uno studio condotto da Aldo Ronci su dati prelevati dal sito www.infocamere.it.

Le imprese non artigiane hanno registrato un incremento in tutte e quattro le province. Pescara e Teramo crescono più vistosamente, rispettivamente di 538 e 457 unità mentre Chieti e L’Aquila crescono molto lievemente di 141 e 40.

Il maggior numero di imprese non artigiane si concentra nel settore del commercio (30.270; 31%), nell’agricoltura (27.488; 29%); nelle attività ricettive (8.359; 9%); nelle costruzioni (6.737; 7%) nelle industrie manifatturiere (4.782; 5%).

Le imprese non artigiane – stando sempre allo studio – hanno subito incrementi in quasi tutte le attività economiche, i più consistenti nel commercio con 245 unità, nelle attività ricettive con 212, nelle costruzioni con 177, seguono i servizi alle imprese con 151, le industrie manifatturiere con 147, i servizi di informazione con 88 e i servizi di intrattenimento con 76.

L’unica attività che subisce una flessione è l’agricoltura che segna 489 imprese in meno.

Nelle province abruzzesi – evidenzia Ronci – registrano il più alto incremento il commercio a Pescara con 235 unità, seguono le attività ricettive a Teramo con 89, le industrie manifatturiere sempre a Teramo con 72, subiscono decrementi elevati l’agricoltura a Chieti con 254 unità e all’Aquila con 123.

Dalle considerazioni di Ronci si evince che l’unica attività che ha subito un decremento è l’agricoltura e tale flessione è determinata soprattutto dall’abbandono delle aziende agricole per la loro marginalità economica e dal cambio di destinazione d’uso dei terreni agricoli.

L’Abruzzo nel 2014, secondo i dati previsionali Prometeia, ha subito una diminuzione del Pil dell’1,7% a fronte dello 0,4% dell’Italia continuando a realizzare risultati peggiori dei valori medi nazionali e l’incremento delle imprese non artigiane è dovuto soprattutto alle aspettative di ripresa dell’economia confermate anche dal forte incremento occupazionale avvenuto in Abruzzo nel IV trimestre 2014, aspettative che – osserva infine Ronci – non bisogna deludere mettendo in atto politiche regionali di sostegno alle imprese e di incentivi per lo sviluppo economico.

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