Regione Abruzzo, il Pd lancia l’allarme: “Sono solo scelte politiche”

dag_digiu_ruffTeramo. Un Abruzzo in ginocchio è quello dipinto stamattina nella sede del Partito Democratico di Teramo.

Reduce da un anno difficile a causa della triste vicenda del terremoto e dell’eccessiva spesa sanitaria, la regione sembra essere destinata a peggiorare sotto molti punti di vista. Almeno secondo quanto sostenuto da Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca, consiglieri regionali del Pd, Ernino D’Agostino, consigliere provinciale del Pd e Giovanni Cavallari, capogruppo Pd al Comune di Teramo.

Il problema sorgerebbe dalla cattiva gestione dei fondi a disposizione della giunta Chiodi, che non avrebbe saputo operare in prima persona nella risoluzione dei nodi critici del 2009.

“Pensiamo al terremoto” spiega a riguardo Ruffini. “È stata una situazione d’emergenza affrontata soltanto grazie all’intervento del governo centrale. E lo stesso può dirsi per il problema della sanità. Se ci fosse stato Del Turco, non sarebbe stata permessa tutta questa direzione romana. Piuttosto, Del Turco avrebbe messo l’Abruzzo nelle condizioni di battere i pugni e di riportare a casa molto più di quello che ha avuto”.

Gianni Chiodi, dunque, non sarebbe capace di gestire denaro e di risollevare le sorti regionali. Ne sarebbe un esempio, secondo il Pd, il protocollo firmato dal governatore d’Abruzzo con le infrastrutture, che affronta impegni importanti come la realizzazione del quarto lotto della Teramo-Mare o i lavori della Pedemontana. “Non è stato fatto niente di tutto questo” accusa Ruffini. “E Chiodi non è stato nemmeno capace di spendere i fondi comunitari lasciati dalla vecchia amministrazione”. Si tratterebbe di una cifra che ammonta attorno ad un miliardo e 900 milioni di euro, somma già in corso d’opera in molte regioni italiane ad eccezione dell’Abruzzo.

“Per quanto riguarda, invece, il debito sanitario” continua Giuseppe Di Luca, “il governatore non ha avanzato nessuna proposta rispetto al piano di rientro. Chiodi si lamenta di quello che ha trovato, ma le cifre parlano chiaro”. La Regione Abruzzo avrebbe, infatti, toccato il suo picco nel 2005, quando il debito sanitario nostrano ha toccato punte di 500 milioni di euro. “Nel 2008-2009, invece” sottolinea il consigliere regionale richiamando l’anno di insediamento della nuova giunta, “il debito era ridotto di circa cinque volte rispetto a quello trovato da Ottaviano Del Turco”.

Uno degli argomenti su cui, però, l’opposizione sembra essere particolarmente agguerrita è quello della crisi occupazionale. In particolar modo, i dubbi sulle scelte politiche di Gianni Chiodi affiorano con il sostegno promesso alla Val Vibrata, certamente una delle zone più colpite della provincia di Teramo. “E’ stata completamente esclusa dai fondi Fas” lamenta ancora Di Luca. “Quando abbiamo chiesto spiegazioni, ci hanno detto che il sostegno economico sarà recuperato con il master plan, che, però, altro non è che il “bancomat” concesso alla Protezione Civile per le spese della ricostruzione. Siccome non sappiamo ancora quanto costerà questo terremoto, è chiaro che hanno preferito finanziare con certezza la Valle Peligna e lasciare al corso d’opera, invece, la Val Vibrata”.

L’opposizione non risparmia nemmeno il turismo e lo sport, altre note dolenti su cui la Regione Abruzzo non avrebbe operato minimamente, nonostante le promesse all’indomani del terremoto. Ne sarebbe un esempio la recente vicenda della Teramo Basket, per la quale i consiglieri di minoranza avevano reperito i fondi necessari al contributo regionale. Che, però, non è arrivato. “Hanno scelto legittimamente di non finanziare la società” spiega Di Luca. “E la giustificazione addotta della priorità alla sanità abruzzese è una sciocchezza. È tutta una scelta politica”. Un’occasione persa, dunque, soprattutto alla luce dell’evento sismico e della partecipazione della squadra biancorossa ai campionati europei di basket. 

Tania Di Simone

 

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