Nautica Merlino: La nave TORQUATO TASSO naufragata al “confine Pontificio-Borbonico”| Tortoreto

(nella foto uno dei chiodi in rame, del fasciame della nave e quello che
rimane oggi sott’acqua – foto club EST Martinsicuro)

Sono disponibili per la visione, alcuni reperti donati all’Ass.ne Colligere di Tortoreto, trovati e recuperati molti anni fa dai sub della Nautica
Merlino  nel tratto di mare a nord/est della foce del fiume Tronto su un fondale di 8/10 metri. Il reperto apparteneva ad una unità navale denominata
“PIROFREGATA”: la Torquato Tasso. Questo era il nome della nave che fu varata il 28.5.1856 a Castellamare di Stabia per la Real Marina delle Due Sicilie: era di 1450 Tonnellate di dislocamento, con macchine di 300 cavalli ed armata con cannoni.
Nel settembre 1859, temendosi uno sbarco di Garibaldi sulle coste Pontificie, si organizzò una flotta di sorveglianza lungo le coste tra
Brindisi e la foce del Tronto, avendo come base di rifornimenti il porto di Manfredonia e, in caso di necessità le Isole Tremiti. Il 21.9.1859 la
Pirofregata Tasso al comando del Capitano di Fregata Napoleone Scrugli, imbarcò a Taranto un battaglione di “cacciatori” trasportandoli fino a
Giulianova, dove l’unità navale Ercole aveva già sbarcato altre quattro compagnie dello stesso corpo.
Quindi le due navi si unirono il 26.9.1859 alla nave Ettore Fieramosca, quest’ultima comandata dal Capitano Carlo Barone, e alla nave Veloce
comandata dal Capitano Carlo Flores, iniziando così una crociera di sorveglianza nel basso Adriatico. L’ordine era: impedire lo sbarco di elementi sospetti.

Il 10 febbraio 1860 la Pirofregata Torquato Tasso, colta da un violento fortunale nei pressi della foce del fiume Tronto, si arenò. Fu tentato di rimetterla in mare, ma un’ennesima tempesta, il 5 marzo 1860 ne causò la perdita definitiva.
Questa è storia. Purtroppo la vicinanza alla costa ed al fiume ha prodotto il quasi totale insabbiamento delle strutture. Solo in determinate condizioni meteo ancor oggi si riesce a vedere parte della poppa con la ruota e parte dell’asse della ruota di dritta oltre a svariati pezzi disseminati nelle vicinanze.
Questo è quello che è riuscito a vedere Carlo, titolare della Nautica Merlino Surf, dopo tante immersioni di ricerca in acqua torbida e fango.
Un giorno, grazie alla poca portata del fiume ed una leggera corrente da nord si immerse e, come in un film di avventura, gli si presentò la poppa
della nave con parte della grande ruota propulsiva. Usciva dal fango anche parte dell’asse di una delle 2 ruote laterali con ancora le tavole in legno
montate. Uno spettacolo che ripagò di tutte le volte andate a vuoto.
Sempre davanti al fiume Tronto c’è anche un altro relitto, forse un piccolo rimorchiatore, è a circa 12m di profondità e del quale si conosce pochissimo, in quanto, proprio davanti alla foce del Tronto, è quasi impossibile la vista causa torbidezza delle acque.
Si vocifera di un progetto per il recupero del relitto per dare valore alla zona “sentina” a cavallo tra Marche ed Abruzzo, che, nel passato, ha
sicuramente influito sulla vita di oggi.

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