Trivellazioni tra Martinsicuro e San Benedetto. Bracco: le due Regioni si devono opporre

Le Regioni Abruzzo e Marche assumano una posizione di netta e categorica contrarietà a un progetto industriale che, qualora attuato, non potrebbe che risultare l’ennesimo stupro del territorio.

 

Basta con attività di carattere estrattivo. Basta alla devastazione dell’ambiente”. E’ perentoria la presa di posizione che emerge dal comunicato stampa che il Consigliere di Sinistra Italiana Leandro Bracco ha diramato nella giornata odierna e che riguarda la nuova richiesta di concessione di coltivazione di idrocarburi nel Mare Adriatico avanzata dall’ENI. “L’area di mare interessata dall’iniziativa – spiega l’esponente SI – è quella prospiciente le province di Teramo e Ascoli Piceno.

In particolare i Comuni di Martinsicuro, San Benedetto del Tronto sono quelli i cui territori risultano essere maggiormente coinvolti”. “Il progetto complessivo – prosegue Bracco – prevede la perforazione e messa in produzione del nuovo pozzo ‘Donata 4 DIR’ dalla esistente piattaforma ‘Emilio’ e la successiva spedizione del gas alla Centrale di Pineto per mezzo delle condotte sottomarine esistenti”.

“Tramite il sito del Ministero dell’Ambiente – rileva il Consigliere – si legge che l’attività di perforazione avverrà ‘a partire dall’esistente piattaforma Emilio per lo sfruttamento delle riserve di idrocarburi del Campo Donata nell’area della concessione di coltivazione di idrocarburi B.C3.AS’. L’ENI, presentando l’8 maggio scorso formale istanza, ha dato avvio alla Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)”. “Si tratta – sottolinea Bracco – di un nuovo attacco al mare, al suo ecosistema e alla sua economia. Per un bacino, come quello Adriatico, dalle dimensioni limitate, i rischi sono troppo elevati perché possa davvero valere la pena estrarre.

In aggiunta questo tipo di attività è in contrasto con le politiche di tutela del mare e in particolare con l’esercizio della pesca e lo sviluppo turistico. Se la via è quella della decarbonizzazione, i rischi delle attività estrattive non sono assolutamente più ammissibili”. “Entro il 14 luglio, dagli enti interessati dal progetto, dovranno essere presentate le osservazioni nell’ambito della procedura di VIA. Le argomentazioni a sostegno della non compatibilità ambientale dell’attività estrattiva sono molteplici e dovranno essere rimarcate con assoluta determinazione.

 

Che l’esecutivo D’Alfonso e il governo regionale marchigiano – conclude Leandro Bracco – siano protagonisti di un fermo diniego a qualsiasi progetto industriale di matrice estrattiva”.

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