Teramo, trasporti: “Città fanalino di coda per le risorse, serve programmazione”

“Il Comune di Chieti ha il 78% in più dello stanziamento di Teramo (nonostante ha meno abitanti e meno superficie complessiva); il Comune di Pescara ha il 277% in più dello stanziamento di Teramo (nonostante abbia circa il doppio degli abitanti ed un quinto della superficie complessiva da raggiungere); il Comune de L’Aquila ha oltre due volte in più lo stanziamento del Comune di Teramo avendo solo un terzo degli abitanti in più”.

Suona così il dossier che l’assessorato alla mobilità sostenibile, traffico e trasporti ha fatto circolare per i consiglieri comunali nella riunione in Commissione urbanistica tenutasi il 31 gennaio scorso. A dirlo l’associazione Big Bang.

“Teramo, infatti, risulta fanalino di coda per le risorse assegnate dalla Regioni per le funzioni di trasporto pubblico. Ed il senso di gelo, difronte a questi numeri impietosi, aumenta a sentire le parole del Sottosegreterario alla Presidenza della Regione Abruzzo, con delega tra l’altro alla Mobilità, D’Annuntiis. Secondo il delegato, infatti, queste sproporzioni non sono state create dall’attuale governo regionale, ma egli si è limitato a “mantenere invariate” le quote di assegnazione dei fondi per la funzione di trasporto pubblico già stabilite con decreto del 2011. Eppure, in un’epoca che fa della mobilità senza autoveicoli, o che cerca di “coagulare” attorno al servizio pubblico l’obiettivo di diminuire il chilometraggio delle auto private, sembra una proposizione più retorica, che tecnica. Basterebbe, tra l’altro, andare a vedere gli altri impietosi dati usciti in questi giorni (sulla quantità di biossido d’azoto. Più semplicemente i fumi dei gas di scarico delle auto) che coglie Teramo tra le 13 città più inquinate d’Italia, per capire che, nelle parole del Sottosegretario, si annida un vuoto e strabico cinismo che con la Politica (lo strumento per conoscere dibattere e risolvere i problemi di una società) non c’entra nulla. E per ridiscendere la classifica negativa (che obtorto collo, per una volta, ci vede in cima) non bastano neanche le politiche pubbliche che incentivano le corse in monopattino o le piste ciclabili in strade strette come quelle di Teramo”.

Per l’associazione, “Teramo ha bisogno di programmazione e di una implementazione di fondi per far fronte a quelle funzioni pubbliche necessarie a dare risposta alle esigenze complesse di una società, ovvero per lo sviluppo della stessa (si pensi alle difficoltà degli studenti universitari e non, nel muoversi con i mezzi pubblici, ovvero della ancora sospesa questione della Autostazione). È evidente che la Regione deve davvero dare attuazione a quell’aggettivo (sostenibile). Perché, a cose così stanti, non c’è nulla di sostenibile in una città che da troppo tempo è stata relegata all’ultimo posto dei pensieri dei governi regionali e che arriva sempre alla fine del processo di spartizione della torta. A noi le briciole, anche perché le amministrazioni locali una quota di “colpa” la conservano, essendosi sempre accontentate delle briciole. Perciò la sostenibilità dovrebbe essere garantita, ma va conquistata. A questo proposito, il discorso sulla mobilità sostenibile e le relative funzioni, fanno il paio con la ancora sospesa questione dell’inizio dei lavori per la nuova Autostazione di piazzale San Francesco, ancora dispersa nei rivoli della “funzionalismo” (intesa come degenerazione della procedura burocratica) che tutto assorbe, tutto blocca, tutto cela”.

 

 

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