Teramo, terremoto Ruzzo: tutti contro Minosse

Teramo. Il Gruppo consiliare PD del Comune, esprime il proprio “rincrescimento per i toni e le parole usate” dal segretario provinciale del PD Gabriele Minosse in merito alle dimissioni del CdA del Ruzzo, che sabato sceglierà in assemblea dei sindaci il proprio destino.

“Pur nel rispetto dei reciproci ruoli e dei differenti giudizi e valutazioni sulla vicenda, crediamo sia il caso, innanzitutto, di moderare l’uso dei termini in una polemica portata avanti con asprezza inaccettabile e che sia, invece, opportuno riconoscersi un reciproco rispetto pur nella differenza di vedute. La diversa valutazione delle cose, improntata dalla esplicitata esigenza di rinnovamento della governance del Ruzzo, ha portato il Sindaco D’Alberto – peraltro grato al Consiglio dimissionario per il lavoro ad oggi svolto – ad adottare il criterio della selezione pubblica per il rinnovo del CdA attuale (espresso, per inciso, dalla passata maggioranza di centrodestra), al fine di individuare una guida tecnica dell’Acquedotto rispetto ad un semplice atto di riconferma imbastito in termini piuttosto pasticciati e poco lineari (un Presidente di CdA che si dimette dalla carica per tornarne a fare parte dello stesso CdA in qualità di consigliere, pur avendo dichiarato all’atto delle dimissioni la volontà di non volervi restare). Tale strategia, al fine di corrispondere a una linea politica chiara e trasparente, condivisa dal gruppo consiliare del PD teramano proprio in ragione di ciò.

Non si tratta di “spaccare” o di “rimanere isolati”, ma di indicare una via alternativa rispetto alla scelta di riconferma dell’attuale CdA. Ciò, tanto più se si consideri che stiamo parlando della gestione di un bene pubblico preziosissimo, l’acqua, per la qual cosa il nuovo CdA dovrà confrontarsi con problematiche quali quelle della messa in sicurezza delle falde oltre che dei rapporti da intessere, a tal fine, con organismi pubblici e privati.

Si tratta di comprendere, come qualcuno evidentemente stenta a realizzare, che la vittoria elettorale di Teramo ha costituito nell’ultimo anno il fatto politicamente più importante del centrosinistra, tanto da essere preso a modello e riferimento anche da primari esponenti nazionali del PD. Per questo, ci si sarebbe aspettati un atteggiamento diverso da parte del segretario provinciale, piuttosto che un attacco al proprio gruppo. Desideriamo che sia ben chiaro che noi non abbiamo nemici, nemmeno quelli citati dal segretario Minosse nelle sue interviste; piuttosto, abbiamo degli avversari politici dai quali vogliamo distinguerci nel segno di quella discontinuità annunciata sin dalla campagna elettorale dal Sindaco D’Alberto e che rivendichiamo con convinzione. È proprio in casi come questo che è quanto mai necessario che la moglie di Cesare sia al di sopra di ogni sospetto, perché questo è quello che chiede il nostro elettorato e che vogliono i Cittadini nell’ottica di un profondo rinnovamento della politica”.

Sconcertato dalle dichiarazioni del Sindaco di Cortino, si dice anche Andrea Core, a nome del suo gruppo consiliare (Insieme Possiamo) e di Teramo 3.0 e Teramo Vive. “Un momento assai delicato come quello che sta vivendo la Ruzzo Reti S.p.A. merita la massima attenzione possibile, rimanendo ben distanti da politicismi e tatticismi e concentrandosi piuttosto sull’interesse dei cittadini, sulla salvaguardia e la tutela di un bene pubblico e primario, come l’acqua, e sulla necessità di trasparenza e chiarezza nell’operare in nome di un interesse collettivo e non particolare.

L’amministrazione comunale eletta lo scorso giugno è risultata vincente e convincente agli occhi degli elettori, proprio sulla base di un programma di discontinuità con il passato che rinnegasse la logica dei capi bastone, padrini e padroni della politica cittadini e quindi delle sorti della città e della popolazione. Questo messaggio dovrebbe essere ben chiaro a chi, invece, ha dimostrato tutto il proprio fallimento da Segretario nelle scorse elezioni provinciali, dove ha condotto il proprio partito e schieramento ad una sconfitta dolorosa, frutto di scontri fratricidi e miopia politica. Sarebbe indelicato, però, fermarsi qui.

E allora, stando nel merito della questione e correndo il rischio di sbagliare, ci domandiamo con chi esattamente il Sindaco/Segretario abbia parlato in merito alle decisioni passate e future della società partecipata. Crediamo che una scelta sana e lungimirante nasca dal confronto, dall’ascolto reciproco, e dalla capacità di riflettere e guardare avanti: l’esatto opposto degli “accorducci” riportati sui quotidiani e mai smentiti, che puzzano di vecchio manuale Cencelli, di una spartizione di poltrone priva di contenuti.

Per quanto riguarda il giudizio sull’operato dell’amministrazione D’Alberto viene da sorridere: fermo restando come l’unica valutazione che abbiamo a cuore è quella che ci daranno i cittadini, ci sembra di notare nelle parole e nel tono usati da Minosse un certo senso di frustrazione, inspiegabile per chi fosse lealmente segretario provinciale di un partito della maggioranza consiliare, se non alla luce della sua mai celata propensione per altre candidature comunali che lo hanno portato ad essere ancora una volta perdente nel Capoluogo. Gianguido D’Alberto e tutta la sua maggioranza hanno ben chiaro di non essere gli amministratori del mondo, così come sono coscienti di dover svolgere un ruolo di traino per tutto il territorio provinciale: è quello che quotidianamente proviamo a fare su tematiche assai delicate, come ricostruzione, sanità, gestione delle acque. Piuttosto non comprendiamo come qualcuno, tra i quali evidentemente il Sindaco di Cortino, non si rassegni ad un risultato chiaro ed inequivocabile, che evidentemente rovina i piani di chi a tavolino ha cercato di spartirsi il territorio.

In conclusione, “l’invito a Gabriele Minosse è quello di ritrovare la “retta via”, evitando dichiarazioni come quella passata, in alcun modo degne di chi è chiamato a ruoli di grande responsabilità”.

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