Teramo, Rifondazione Comunista in piazza contro gli aumenti di luce e gas

La Federazione provinciale di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, ha organizzato un presidio in Largo San Matteo a Teramo, davanti alla Prefettura e in concomitanza con il mercato settimanale, per protestare contro gli aumenti delle bollette di luce e gas, del prezzo dei carburanti e dei generi alimentari di prima necessità.

I militanti di Rifondazione, con il Segretario provinciale Mirko De Berardinis, hanno allestito uno striscione con su scritto: “No all’aumento delle bollette; salari e pensioni da fame, bollette stellari, ora basta: paghino i ricchi!”.

“Siamo scesi di nuovo in piazza a Teramo – ha dichiarato il segretario De Berardinis – in contemporanea con altre città in tutta Italia, per protestare contro gli ulteriori aumenti delle bollette di circa il 29,8% per l’energia elettrica e del 14,4% per il gas, scattati di recente, che fanno seguito a quelli già applicati nel luglio scorso. In sei mesi, da luglio a dicembre, abbiamo registrato quindi un incremento vergognoso del 42,6% della luce e del 31,9% per il gas. E come se non bastasse c’è pure il pesante aumento del costo dei carburanti, con benzina e diesel che negli ultimi mesi sono saliti del 20%, mentre è quasi raddoppiato il costo del GPL e del metano per i veicoli. Aumentano anche i prezzi dei generi alimentari di prima necessità, come il pane.  Il governo Draghi predica bene e razzola male – ha aggiunto De Berardinis – perché si appresta a varare questi aumenti consistenti su luce e gas che colpiranno duramente il reddito famigliare di lavoratrici, lavoratori, pensionate/i già tartassati duramente e impoveriti da decenni di riduzione di salari e stipendi, lavori precari, part time obbligati, mancati rinnovi contrattuali, disoccupazione e contratti pirata. In Italia abbiamo salari e pensioni tra i più bassi in Europa, fermi da vent’anni. Nella manovra di bilancio il governo Draghi continua a regalare fiumi di miliardi e benefici alle grandi imprese tagliando anche l’IRAP con la quale, ricordiamo, viene finanziato il Sistema Sanitario Nazionale. Aumentano di ben 8 miliardi le spese militari NATO per l’acquisto di nuovi armamenti mentre per pensioni, salari e redditi non c’è nemmeno un centesimo d’aumento”.

E conclude: “Chiediamo che il governo intervenga con una misura di blocco degli aumenti delle bollette tagliando i profitti delle grandi aziende che distribuiscono e vendono il gas e l’energia elettrica come è stato fatto in Spagna; eliminando oneri di sistema obsoleti, tagliando le accise, le addizionali regionali e l’Iva, tasse pagate in prevalenza dai ceti popolari. Chiediamo l’introduzione di una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze sopra il milione di euro. Rifondazione Comunista continuerà a battersi per un’opposizione politica e sociale al governo Draghi, in difesa dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati, dei precari e delle classi meno abbienti”.

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