Teramo, pef stadio: contrario anche il coordinamento dei quartieri

Il nuovo pef dello stadio Bonolis che approderà domani in consiglio comunale è per il Coordinamento del Comitato dei Quartieri di Termao, “un progetto gestionale che sembra prevedere un periodo che potremmo definire se fossimo in ambito cimiteriale quasi perpetua siamo nell’ordine superiore ai 60 anni”.

”Questo progetto che giungerà alla discussione consigliare per il giorno 15 giugno appare a nostro avviso del tutto inadeguato per una pluralità di questioni: un consiglio comunale o città il cui mandato non può essere che pari ad una legislatura (5 anni) non può pensare di dare esecutività ad un progetto gestionale della durata di sessanta anni. Un consiglio comunale o città che approva ipotetiche varianti ad un precedente progetto di finanza senza avere contezza adeguata su quanto fu oggetto della precedente progettazione sembra essere fuori da ogni logica; sicuramente trattasi di nuovo progetto, per il quale è necessario ed auspicabile un percorso di condivisione e partecipazioneUn consiglio comunale chiamato a decidere su una nuova progettazione o programmazione cinquantennale, senza che questo progetto sia presente all’interno della programmazione e pianficazione territoriale”.

E ancora: “Un tema quello dello stadio che vede ancora irrisolto l’area del vecchio stadio presente all’interno delle mura della città storica, su cui a distanza di anni nulla si è fatto, non può che destare preoccupazione al presente coordinamento, che ravvisa analogie con quanto si è consumato nell’ultimo cinquantennio sulla tematica dell’abbandono dell’edilizia sanitaria. Il continuo tentativo di accentrare interessi su aree territoriali che hanno già manifestato la loro incidenza negativa sull’equilibrio della città di Teramo sbilanciando completamente i già precari equilibri, comprometterebbero definitivamente qualsivoglia ipotesi di rigenerazione della cittàSi coglie l’occasione per ribadire in tema di sviluppo e sostenibilità i punti essenziali che riteniamo essere: NO ad un’accentuazione dello squilibrio territoriale della città di Teramo; NO ad un project financing che ipotizza la gestione di ampie aree per oltre 50 anni, a danno delle attuali e future generazioni; NO ad un ulteriore abbandono da parte della città di Teramo di beni immobili di proprietà, che sostanzialmente andrebbero a deprimere ed a dequalificare il patrimonio cittadino”.

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