Teramo, Insieme Possiamo risponde a D’Alessandro: “Prima di chiedere coerenza bisogna averla”

Gli assessori di Insieme Possiamo, Sara Falini, Andrea Core ed Antonio Filipponi, rispondono al deputato di Italia Viva, Camillo D’Alessandro, per le parole delle scorse ore.

“Siamo rimasti sconcertati: non vogliamo di certo insegnare alcun che, ma allo stesso modo abbiamo a cuore onestà intellettuale e coerenza, per cui ci permettiamo di ricordarti alcuni passaggi che volontariamente hai omesso – dicono  -In quanto alla necessità di sottoporsi al giudizio degli elettori, come mai tu stesso ti sei sottratto al confronto, lasciando lo scranno del Consiglio Regionale, evitando accuratamente di ricandidarti, e accettando un seggio blindato al Parlamento? Francamente la risposta a quell’interrogativo che rivolgi oggi a Gianguido, potresti trovarla facendo prima di tutto autocritica. Ragionare oggi su quanto accadrà nei prossimi anni ci sembra pretestuoso e avventato, considerata la rapidità dei tempi della politica di oggi. Più interessante sarebbe discutere del presente e quindi, se ci permetti, vorremmo essere noi a rivolgere qualche domanda a te, che per tua stessa “ammissione” lavori all’unità del nostro mondo, contro il malgoverno regionale”.

E ancora: “Ti hanno informato delle scelte che due consiglieri comunali di Italia Viva avevano fatto alle scorse elezioni provinciali? Se non lo sai, ci permettiamo di darti un indizio: uno di loro era candidato in una delle due liste del centrodestra, quella lista presentata da Franco Fracassa, ex assessore di Futuro In, lista civica di riferimento di Paolo Gatti. L’altro consigliere ovviamente lo ha sostenuto. Ti hanno informato di chi fossero i candidati della scorsa tornata elettorale regionale, sostenuti da quegli stessi consiglieri comunali di cui parlavamo prima? Neanche questo ti hanno detto? Ecco la facile risposta: Marco Marsilio Presidente, Lega e Di Gianvittorio come consigliere. Si proprio loro, quegli stessi che si erano candidati contro il “malgoverno” (almeno a loro dire) di cui tu stesso facevi parte. Noi eravamo candidati dalla tua stessa parte, i tuoi consiglieri non possono dire lo stesso. Ti hanno informato di cosa sta succedendo alla Ruzzo Reti? Di cosa ne pensavano loro della gestione di alcuni esponenti politici di quella società partecipata, di cui ad oggi è Presidente una vostra iscritta? Di quale giudizio esprimevano in ogni sede, contro il vostro Leader Renzi? Potremmo continuare con molti altri interrogativi, ma probabilmente hai compreso il senso di tutto questo”.

“Linearità e coerenza prima di tutto vanno praticate e poi richieste ad altri. Quella coerenza che in tanti nostri concittadini si aspettavano dal vostro leader nazionale, quando promise di ritirarsi dalla politica se avesse perso il referendum”, concludono.

LA RISPOSTA DI CAMILLO D’ALESSANDRO “Vedo che il sindaco non risponde o non sa rispondere, ma fa rispondere. Del resto la domanda era e rimane drammaticamente semplice, che riformulo: il sindaco si ricandiderà? I firmatari della lettera vogliono che la declini ancora meglio? Conviene? Bene: è vero che si è già “spartita” oggi, almeno nei desideri, la torta di chi farà il candidato sindaco la prossima volta, omettendo di dirlo alla Città, mentre Gianguido sarebbe proiettato altrove? Da chi? Se non è vero, basta dirlo. I teramani hanno diritto di sapere, ma anche le forze in consiglio comunale se la nuova Giunta nasce da una spartizione, se Teramo è stata utilizzata per calcoli che non c’entrano nulla con l’impegno assunto nei confronti dei cittadini. Se non è così basta dirlo. E perché mai non rispondere? Sui percorsi politici i firmatari della lettera avrebbero fatto bene prima ad informarsi: io sono stato letto due volte in provincia e tre in Regione. Per essere chiari in qualunque ente dove ho avuto l’onore di essere eletto poi, al secondo mandato, ho chiesto la riconferma, l’ho ottenuta e sono andato avanti. Avete usato un esempio sbagliato per aiutare il nascondimento di Gianguido. Non condivido della vostra lettera  in particolare, il vostro furore argometativo tipico di chi al massimo butta la palla sugli spalti.
Tuttavia la vostra lettera almeno ha il coraggio di elencare, a vostro giudizio, valutazioni critiche su fatti e persone, che avrebbero determinato la scelta della esclusione di Italia Viva. Ma perché non lo ha detto il sindaco in conferenza stampa  Un altro nascondimento? Non lo dice, ma lo fa dire? Ancora? Un sindaco che non dice, che non risponde  he fa dire, che si nasconde , che fugge ? Questo è il sindaco di Teramo? Io conosco Gianguido e non credo sia così, ma la vostra lettera lo espone ancora di più. Nonostante tutto  nonostante la vostra lettera, se ci sarà occasione di sedersi, per rintracciare il dialogo smarrito, io ed Italia Viva ci saremo”.

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