Teramo, “Il Pnrr è occasione per le scuole della città”

“È fuori dubbio che l’Italia intera, ma soprattutto Teramo si trovino in un momento di grande fermento post pandemia. Nello specifico il nostro Comune si trova ad affrontare cambiamenti epocali: il Teatro romano sbloccato, il PNRR, i lavori per la cittadella universitaria nell’ex manicomio di Porta Melatina. Con il primo, Teramo recupera uno spazio culturalmente ed artisticamente pieno di significato storico e di peculiare bellezza. E questo grazie all’impegno dell’Amministrazione”.

A dirlo il consigliere Flavio Bartolini del Gruppo Misto.

“Con il secondo, Teramo vede ampliare la sua programmazione strategica a latitudini sconosciute fino ad oggi. Dal recente incontro a cui ho partecipato tenutosi presso l’ITT Carlo Forti poche settimane fa, sono emerse importanti novità: solo sulla scuola, specificatamente, ci sono 17 milioni di euro. Di cui 11 per investimenti nelle infrastrutture. A queste si aggiungono i finanziamenti iscritti nella legge di bilancio al vaglio delle Camere per il 2022-2024. Apprezzatissima è la volontà di rilanciare le istruzioni tecniche, oggetto di un mio intervento sulla stampa ed in consiglio, su cui vorrò ritornare con una proposta in Assemblea; sarebbe invece auspicabile una reintroduzione, più che una reintegrazione, delle ore di laboratorio oggi recise dalle riforme Gelmini. Gli istituti tecnici, particolarmente, hanno bisogno di luoghi di pratica costante e di livello avanzato, affinché i giovani si formino e trovino una concreta preparazione lavorativa che gli permetta di inserirsi nel circuito delle assunzioni”.

E ancora: “La preparazione è nel mondo di oggi più che mai direttamente collegata ai salari. Si tratta dunque di tematiche afferenti non a semplici programmazioni annuali, o che possono contenere solo spot elettorali, ma ci troviamo di fronte alla più grande opera di investimento finanziario e di reingegnerizzazione pubblica dagli anni 50, che vincolerà la cittadinanza e le future generazioni alle scelte compiute nell’oggi. Pertanto, le scelte fatte in tema di progetti e piani di rilevanza strategica da finanziare con i soldi del PNRR meritano di stare al centro del dibattito politico e devono essere oggetto di un supplemento di riflessione. La scuola, nel suo complesso e negli ultimi 20 anni, è stato oggetto più volte dell’azione del legislatore volta a ridurre le spese in ragione dei ristretti vincoli di bilancio a cui siamo soggetti. Non solo sono state tagliate le risorse a disposizione per il personale, ma è crollata verticalmente la quota di investimenti, infrastrutturali e soprattutto in formazione, per tutti gli istituti. In particolare, per quelli tecnici. Oggi ne vediamo le conseguenze più importanti. È perciò decisivo che tutti i livelli istituzionali, a cominciare dai comuni (organi più vicini ai cittadini) si adoperino per convogliare le risorse finanziarie ma soprattutto gli sforzi intellettuali e pratici per suggerire una nuova e più adeguata programmazione scolastica, anche integrando il piano ministeriale, ove possibile. È il momento di cogliere le opportunità che la post-pandemia ci sta offrendo”.

E conclude: “Scuole ed università sono colonne portanti per la definizione della generazione futura, e dunque della proiezione del Paese nel lungo periodo. Non è possibile che la politica si arrenda alla “babilonia” della burocrazia o che si arrenda al fuoco incrociato dei veti ideologici”.

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