Teramo, il Partito della Rifondazione Comunista in piazza contro l’aumento delle bollette

Questa mattina il Circolo di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, ha organizzato un presidio in Largo San Matteo a Teramo, davanti alla Prefettura e in concomitanza con il mercato settimanale, per denunciare l’ennesimo aumento delle bollette di luce e gas. I militanti di Rifondazione, con il Segretario cittadino Mirko De Berardinis, hanno allestito uno striscione con su scritto: “No all’aumento delle bollette, opposizione politica e sociale contro il governo” e alcuni manifesti con i primi risultati negativi del “governo dei migliori” di Draghi.

“Siamo scesi in piazza – ha dichiarato il segretario De Berardinis – per protestare contro il vergognoso aumento delle bollette di gas (+ 15,3%) e luce (+ 9,9%) scattato dal 1° luglio. E come se non bastasse c’è pure il pesante aumento del costo dei carburanti, con benzina e diesel che nelle ultime settimane sono saliti del 16,3%. Il governo Draghi e il parlamento sono responsabili di questi aumenti e hanno il dovere di bloccarli. Non aveva detto Draghi che è il momento di dare e non di prendere? Vale solo per i milionari e i miliardari? Tassare i ricchi in Italia è tabù, tartassare i cittadini invece sarebbe giusto per i partiti di governo. Dove è finito il parolaio Matteo Salvini – ha aggiunto De Berardinis – che fino a qualche mese fa, quando era all’opposizione, tuonava nelle piazze e sui social contro gli aumenti della benzina promettendo di tagliare accise e tasse sui carburanti per far scendere il prezzo finale, mentre oggi che è salito al governo, se ne sta’ zitto e buono agli ordini di Draghi ed approva tutti questi gravi rincari?”.

Per il Partito della Rifondazione Comunista, “Non è un caso che l’aumento delle bollette sia arrivato dal 1° luglio insieme allo sblocco degli sfratti e dei licenziamenti a dimostrazione che questo è un governo che la crisi la fa pagare a chi sta in basso, mentre destina un fiume di miliardi alle grandi imprese. Senza dimenticare pure le spese militari per l’acquisto di nuovi armamenti aumentate dall’attuale governo (+ 8,1%). L’ennesimo inaccettabile aumento di luce e gas dimostra che la privatizzazione e la liberalizzazione sono state solo una fregatura, l’ennesima fallimentare riforma neoliberista bipartisan. Invece di tutelare i consumatori, la politica è da anni al servizio delle società dell’energia. Ci avevano promesso bollette meno care e invece veniamo tartassati. Dall’apertura alla concorrenza e dalla liberalizzazione del settore energetico, i prezzi dell’elettricità e del gas sono aumentati in Italia, ma anche ovunque in Europa”.

E ancora: “L’aumento del 15,3% non è nemmeno giustificabile sulla base dell’aumento dei prezzi del gas sul mercato mondiale. Infatti in Francia è ben al di sotto del 10%. Non si capisce dunque perché in Italia debba essere così rapido ed elevato. Chiediamo che il governo intervenga con una misura di blocco degli aumenti e anche con una riduzione al 5% dell’IVA che paghiamo sulle bollette, attualmente al 10% e al 22% per gli usi non domestici. Chiediamo che il governo Draghi revochi il passaggio obbligato al mercato libero che scatterà il prossimo 1° gennaio 2023. Rifondazione Comunista continuerà a battersi per un’opposizione politica e sociale al governo Draghi, in difesa delle lavoratrici, dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati e delle classi meno abbienti”.

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