Teramo, il centrodestra: “La città rischia di scendere sotto i 50mila abitanti”

“Il sindaco D’Alberto favoleggia di una programmazione per i prossimi 50 anni per la città di Teramo, ma forse alla luce della sindrome della tartaruga che ha colpito fin da subito la sua amministrazione, sarebbe più corretto parlare dei prossimi 250 anni; ci sono dei numeri seri e veri sui quali il sindaco dovrebbe interrogarsi”.
A dirlo il coordinamento dei gruppi di centrodestra al consiglio comunale di Teramo.
“Nel 2017 e nel 2018 Teramo aveva 54.300/54.400 abitanti, nonostante il sisma 2016. Poi è iniziata l’emorragia. Tra il 2019 e il 2020 Teramo ha perso 2000 residenti. Nel 2021, solo nei primi nove mesi, oltre 400 residenti in meno. Per un totale di circa 2500 residenti in meno. Banalmente si tratta di 2500 persone in meno che non vivono più a Teramo, che non consumano nei ristoranti e nei bar, che non fanno spese nei negozi, che non contribuiscono con i tributi alle casse comunali e quindi ai servizi. Non si può mettere la polvere sotto il tappeto e fare finta di nulla”.
E ancora: “Un’amministrazione concreta e responsabile dovrebbe studiare in profondità questo fenomeno, capire chi sono questi 2500 nostri ex concittadini, dove sono migrati e perché. Un’analisi di questo tipo sarebbe fondamentale per capire come affrontare la questione e tentare di invertire un trend di perdita di appeal e di impoverimento che non è solo numerico ma anche, con ogni probabilità, di capitale umano. Non è più tempo di selfie e conferenze stampa, di chiacchiere e di demagogia, ma di capire che continuando di questo passo si rischia, nel giro di un biennio, di scendere perfino sotto i 50.000 abitanti e di condannare definitivamente la città alla più totale irrilevanza. Per parte nostra siamo già al lavoro per proporre un piano complessivo, che possa far diventare Teramo una città più attraente, facile ed inclusiva, una città con servizi meno scadenti di quelli odierni, con una tassazione più corretta, con più opportunità per tutti. Per far questo, di certo, occorrerà un’amministrazione molto diversa da quella, molte chiacchiere e pochi fatti, che vediamo all’opera da quasi 4 lunghi e lenti anni”.
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