Sant’Omero, quale futuro per l’ospedale? I sindaci della Val Vibrata chiedono garanzie FOTO

Sant’Omero. Un report dettagliato sulle dotazioni di personale nelle strutture sanitarie della Asl di Teramo. Partendo da Sant’Omero, per allargarsi a Teramo, Giulianova e Atri.

 

E contestualmente di conoscere le strategie dell’azienda sanitaria in relazione per superare i problemi legati alla carenza di personale dei Val Vibrata. Passano all’azione i sindaci della Val Vibrata, preoccupati per quelle che sono le possibili ricadute, negative, sull’attrattiva dell’ospedale alla luce di quelle che sono le criticità attuali. La richiesta è stata protocollata questa mattina ed è indirizzata in primo luogo al direttore generale della Asl di Teramo, Roberto Fagnano, e a caduta agli attori politici e istituzionali che “gestiscono” la sanità abruzzese e teramana in maniera particolare.

Ma c’è di più. Sempre questa mattina una delegazione di sindaci, composta dal presidente dell’Unione, Angelo Panichi e dai colleghi di Sant’Omero (Andrea Luzii), Corropoli (Umberto D’Annuntiis) e Sant’Egidio (Rando Angelini), hanno avuto un incontro con il direttore sanitario dell’ospedale di Sant’Omero, Carlo De Falco (al tavolo erano presenti anche Tatiana Iachini, vicesindaco del Comune di Sant’Omero e Antonio Macrillante della Cgil di presidio).

Da parte dei sindaci presenti, sono state ribadite tutte le preoccupazioni del territorio sulla situazione attuale, quasi vi fosse alla base una strategia pre-ordinata a relegare il presidio di Sant’Omero in una posizione marginale. Personale carente in vari settori e la volontà, chiara, da parte dei sindaci di voler essere parte attiva nelle decisioni che riguardano la sanità territoriale, quella vibratiana in particolar modo.

Sindaci che hanno toccato vari punti: dalle liste di attesa, al personale dirottato in altri ospedali e al rischio che l’attrattiva del Val Vibrata possa scendere ulteriormente. Di certo, la prospettiva dell’ospedale unico non viene vista di buon occhio dal popolo della Val Vibrata, perchè associata ad un rischio riconversione o chiusura del presidio di Sant’Omero.

 

Il vertice. Il direttore sanitario, in parte, ha confermato alcune delle perplessità manifestate dai sindaci in ordine alla carenza di personale. Ribadendo, però, che l’ospedale di Sant’Omero, nonostante le sue piccoli dimensioni e la necessità di essere potenziato in alcuni settori, continua a far registrare numeri importanti. In alcuni casi, i migliori tra quelli che operano nella Asl di Teramo. Da parte della Asl, è stato avviato un percorso concorsuale, ma gli effetti ancora devono materializzarsi. Di converso sono stati attivati dei nuovi posti letto per la riabilitazione ortopedica e cardiologica (sarà questa la vocazione futura dell’ospedale con terapia intensiva e lungodegenza?).

 

Parto indolore. In passato era diventata l’eccellenza del Val Vibrata. Ora il servizio non viene assicurato per la carenza di anestetisti. Da parte dei sindaci, in primis quello di Sant’Omero, è stato chiesto di far ripartire il servizio. Al momento, infatti, anche il numero dei parti annuali è sceso a circa 600 (in passato si sono toccate punte di 1100).

 

Day-hospital oncologico. Il dottor De Falco ha chiarito anche l’ordine di servizio da parte del responsabile dietistico per quanto concerne il pasto caldo per coloro che sono sottoposti alle terapie oncologiche. Nella sostanza le nuove direttive, che sarebbero dovute entrare a regime il 1 settembre, con sacchetto, non sono state applicate.

Chirurgia. Allo stato attuale rispetto ad una dotazione organica di 8 chirurghi, a Sant’Omero ne sono in attività 4. Questo aspetto ha imposto delle rimodulazioni per quanto concerne le prestazioni ambulatoriali, fermo restando che in termini percentuali i numeri annuali pongono Sant’Omero in cima alle prestazioni fornite nella Asl di Teramo.

Ovviamente una serie di analisi e considerazioni più compiute da parte dei sindaci potranno manifestarsi non appena prenderanno visione dei documenti richiesti. Da lì poi si decideranno i percorsi da intraprendere.

 

 

 

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