Roseto, festa del 25 aprile: l’evento antifascista in Piazza Dante

Roseto. “Tv e libri di storia ci hanno raccontato che ormai non esiste più, eppure il fascismo picchia, discrimina e uccide ancora. Noi nati negli anni ’90 e nei primi 2000 siamo la prima generazione dal dopoguerra a vivere prospettive materiali peggiori di quelle precedenti, e di fronte a un futuro di precarietà, disastro ambientale e incertezza, propinato come l’unico possibile, c’è chi sta spacciando come novità vecchie soluzioni a nuovi problemi”.

Lo hanno dichiarato i giovani del 25 aprile, aggiungendo che “c’è chi, di fronte alla difficoltà di individuare come nemico chi dall’alto ci impoverisce, ci divide, e devasta i nostri territori, preferisce propagandare gli idoli dell’identità nazionalista come rimedio al capro espiatorio di tutti i mali: il più debole, il clochard, il migrante, il diverso, il trans, l’omosessuale, la donna che non sta al proprio posto, trattati come causa dei problemi del presente.  Laddove le istituzioni hanno abbandonato quella che dichiaravano essere la loro funzione, di garanti dell’equità e della giustizia sociale, il fascismo si è reinsediato come un parassita, facendo passare come solidarietà dal basso l’assistenzialismo delle collette alimentari per la razza bianca nelle periferie, spingendo il corporativismo come alternativa ai modelli di sfruttamento dell’alternanza scuola lavoro, che di corporativismo si nutrono, creando identità intorno a magliettine ed economia del consumo vendute come controcultura, da parte di coloro che della cultura dominante sono sempre stati il braccio armato”.

“È proprio facendo leva – continua – sulla xenofobia e sull’odio che il fascismo crea senso di appartenenza e di unione ed attrae a sé le categorie sociali più soggette alla necessità di riconoscersi e di affermarsi all’interno di un gruppo sociale: i giovani. Nell’era in cui i giovani (più che in passato) faticano a costruire una propria identità, il fascismo ne presenta una preconfezionata ad hoc.  La Liberazione non è una celebrazione, ma un esercizio quotidiano: si deve lottare giorno dopo giorno per comprendere la propria e altrui libertà, agire insieme dove continua a essere calpestata, e smascherare chi nasconde l’identità di oppressore dietro narrazioni false di paladino degli ultimi.  Oggi l’antifascismo, al di là di qualunque sia il proprio credo, è precondizione per definirsi umani.  È opporsi a una deriva verso l’imposizione del pensiero unico di odio, di prevaricazione, di mito del più forte e tutela dei veri responsabili dell’impoverimento materiale e culturale che viviamo”.

“Il 25 aprile saremo in piazza perché la resistenza non è finita, e intendiamo continuarla con chiunque veda nella solidarietà sociale tra i più deboli e nell’autorganizzazione le vie per emanciparci dalla tossicità del presente e costruire la ricchezza del possibile dalle macerie di un futuro di rassegnazione e resa, che non ci appartiene e mai ci avrà.  Restiamo antifascisti, restiamo umani”, concludono gli organizzatori ricordando l’evento in Piazza Dante a Roseto, a partire dalle ore 16.

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