Roseto, Ciancaione: ‘118 subito con la Croce Rossa e il dopo di noi nella Casa Rosa’

“Roseto ha bisogno del 118 e lo deve avere velocemente, anzi, si è aspettato troppo.” Così esordisce Rosaria Ciancaione, capogruppo di Liberi e Uguali.

 

“La cosa che più ci meraviglia – continua la capogruppo – è questo voler intorbidire la realtà dei fatti sia sui locali del 118 sia su Casarosa. E’ ora di finirla con gli scippi alle persone con disabilità, è ora di restituire Casarosa al ‘dopo di noi’ e non c’è verso che tenga, e non ci sono minacce velate che possano scoraggiare il nostro gruppo da quelli che sono gli obiettivi che ci siamo dati: lavoriamo per restituire diritti negati e dignità agli ultimi, siamo dalla parte dei più deboli. Il 118 può andare nella palazzina che ospita la Croce Rossa – continua Ciancaione – e non è affatto vero, come dichiarato sulla stampa, che la precedente amministrazione aveva individuato Casarosa. Di comune accordo con l’ASL, al contrario, era stata individuata proprio la palazzina della Croce Rossa. Con l’ASL erano stati concordati anche dei piccoli interventi contenuti nel progetto redatto in data 10.2.2015 per una spesa di circa 25 mila euro con cui si sarebbero trasformati internamente i locali, realizzando al piano terra un ingresso attesa e due stanze per il personale del 118, una porta in modo da creare un accesso dall’esterno e uno scivolo per permettere anche alle persone con disabilità di accedere ai locali. Volendo, con altri 25 mila euro, potrebbe realizzarsi anche una tettoia e rifarsi la pittura esterna”.

Casarosa non c’entra nulla con il 118; è, invece, una struttura realizzata con fondi vincolati al Dopo di Noi almeno per venti anni; l’assessore Di Bartolomeo in risposta alla nostra interrogazione ha dichiarato di volerla rimettere a posto utilizzando ancora fondi del Dopo di Noi previsti nel programma regionale. Qualcuno spieghi ai cittadini come può allora accadere che quella casa, tra le otto del Dopo di Noi in Abruzzo, unica del nostro Ambito distrettuale Sociale, in violazione di qualsiasi norma, venga destinata ad altre finalità e, soprattutto, qualcuno spieghi perché si insista ancora nella presa in giro di una collocazione provvisoria del 118 a Casarosa, ben sapendo che per il nuovo DSB non c’è neppure il progetto cantierabile.

“Quella casa dedicata esclusivamente al dopo di noi – interviene Marco Sacchetti di LeU – deve avere una palestra per l’attività motoria dei ragazzi con la presenza di un fisioterapista, così come previsto nel progetto finanziato dal Ministero delle politiche sociali con oltre 274 mila euro, e non c’è minaccia che tenga o false rappresentazioni della realtà, anche riferite alle attività ludico-ricreative con la pet-therapy, del cui apprezzamento da parte dei ragazzi del centro diurno è testimone il programma di RAI 1, l’Estate in diretta del 28.7.2016.”

“Basta distorcere la realtà, siamo stufi – interviene Franca Aloisi, di LeU – ora si agirà utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione della legge, acchè, come scriveva una mamma qualche mese fa, i disabili non siano più accatastati in un edificio che a stento li contiene, acchè possano riavere una palestra, un ampio soggiorno e refettorio, un numero di bagni adeguato e provvisti di tutto, uno spazio esterno, camere che li possano accogliere se stanchi”.

“Rimettiamo a posto Casarosa, non lasciamola marcire – conclude la capogruppo – ci sono i fondi del Dopo di Noi disponibili e l’ASL, visto che dice di poterlo fare, sistemi i locali della palazzina che ospita la CRI per il 118 realizzando quella sinergia operativa h/24 da cui l’intera Città e i Paesi limitrofi trarranno grande beneficio”.

Impostazioni privacy