Ospedale Atri, la replica al Pd: “sul futuro del San Liberatore l’attenzione è alta”

“Sul futuro del presidio ospedaliero San Liberatore di Atri l’attenzione dell’Amministrazione Comunale di Atri è alta, e terminata questa emergenza legata al Covid-19, ci batteremo affinché, come concordato con i vertici Asl, i reparti di Pediatria e di Cardiologia ritornino nella piena operatività”. Con queste parole il Sindaco di Atri, Piergiorgio Ferretti, nel corso dell’ultimo consiglio comunale ha risposto all’interrogazione del Pd sul futuro del San Liberatore, posizione che torna a ribadire alla luce delle polemiche emerse a mezzo stampa nelle quali i consiglieri Pd, Alfonso Prosperi e Ugo Giuliani, accusano l’amministrazione di essere sul tema ‘silente’.

“Nel corso delle due riunioni del comitato ristretto dei sindaci che ci sono state di recente, (la prima durante il periodo natalizio e l’altra una decina di giorni fa dove ha partecipato il vicesindaco Domenico Felicione perché ero positivo al Covid), si è parlato della proposta del direttore generale della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia, di investire i fondi del PNRR non sulla rete ospedaliera, ma esclusivamente sulla rete territoriale. Quindi quella proposta non riguarda i singoli ospedali, ma le case della famiglia, i distretti sanitari di base e gli ospedali di comunità. Nella prima riunione dal Ministero ci era stato illustrato che si potevano realizzare solamente due ospedali di comunità e la proposta inviata alla Regione li prevede uno a Teramo e uno a Atri. Questo non implica una variazione della rete ospedaliera, nel senso che l’ospedale di Atri non verrebbe declassato, resterebbe un presidio di base affiancato da uno di comunità, ovvero un reparto di circa 20 posti letto”.

“Nel corso del consiglio comunale – prosegue Ferretti – abbiamo ampiamente risposto all’interrogazione, non c’è assolutamente un atteggiamento silente da parte della nostra amministrazione. Capiamo i timori dei consiglieri del Pd che esprimono da sempre sensibilità nei confronti dei problemi legati al San Liberatore, ma l’ospedale di comunità non prevede in alcun modo il declassamento dell’ospedale di Atri, semmai potremmo parlare di un arricchimento. Ci batteremo naturalmente per avere tutte le garanzie del caso dai vertici della Asl e anche per ottenere, appena terminerà l’emergenza, la riapertura di Pediatria e Cardiologia”.

“Ho partecipato alla seconda riunione – aggiunge il vice sindaco Felicione, chiamato in causa dai consiglieri comunali del Pd che gli chiedono una relazione sull’incontro – in qualità di delegato dal Sindaco e erano presenti, tra gli altri, medici, sindacati, progettisti del nuovo ospedale di Teramo e dirigenti della ASL. Il Direttore Generale Di Giosia, i tecnici e i dirigenti hanno presentato il nuovo progetto dell’ospedale di Teramo confrontandosi sul relativo studio di fattibilità e le possibili dislocazioni e si è parlato anche delle liste di attesa. Durante l’incontro i tecnici della Asl hanno illustrato a grandi linee il contenuto dello studio, che prevede la realizzazione di un moderno ospedale da 501 posti letto. È stato illustrato, infine, il nuovo piano dei servizi territoriali e la loro dislocazione. Gli Ospedali di Comunità sono utili per pazienti che non hanno più bisogno dell’ospedale, ma che ancora non possono essere assistiti a casa poiché ancora bisognosi di cure. I servizi territoriali messi in campo con le risorse del Pnrr sono inoltre: Case di Comunità Hub, Team Disciplinari, DSB Distretti Sanitari di Base e COT Centrali Operative Territoriale”.

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