Mosciano, famiglia sfrattata: il tempo per la soluzione tampone sta per scadere

Mosciano. “Anche in campagna elettorale non spegniamo i riflettori sul caso della famiglia Marinucci (clicca e leggi l’articolo), e continuiamo a batterci affinchè si veda riconosciuta una degna sistemazione”.

 

Ad annunciarlo è Stefano Flajani, di CasaPound, aggiungendo: “se le campagne elettorali sono da sempre palcoscenico per le più temerarie e sfacciate delle promesse esigiamo che siano presi impegni concreti nei confronti della famiglia Marinucci. Ripercorriamo brevemente i fatti: lo scorso 25 Luglio il Comune di Mosciano ha fatto firmare ai Marinucci – famiglia in gravi difficoltà economiche e impossibilitata a provvedere autonomamente ad una sistemazione – un accordo con il quale ci si impegnava a collocarla temporaneamente presso un residence di Roseto, fino al 27 Gennaio; la scadenza si sta inesorabilmente avvicinando e ancora i Marinucci non sanno cosa sarà di loro dopo questa data. Su questo accordo – che tamponava il problema per un pò di tempo ma che di certo non lo risolveva – abbiamo già espresso le nostre riserve tramite una comunicazione inviata lo scorso 7 Dicembre ai sindaci di Mosciano, Morro D’Oro e Bellante, oltre che all’Unione dei Comuni Terre del Sole: un accordo moralmente indegno con il quale si chiede ai firmatari di rinunciare a far valere in futuro i propri diritti sotto forma di aiuto sociale, in cambio di una temporanea sistemazione nel residence”.

“Si tratta – aggiunge l’esponente di CasaPound – di un accordo capestro che i Marinucci non potevano esimersi dal sottoscrivere data la grave situazione in cui versavano, e versano tuttora”.

“Ci risulta – conclude Flajani – che l’Unione dei Comuni abbia risorse per oltre 1 milione di euro da destinare a favore di progetti di aiuto al sostentamento e all’inclusione sociale di famiglie bisognose: possibile che non si riescano a reperire le risorse necessarie a garantire una dignitosa sistemazione alla famiglia Marinucci? Quando i Marinucci hanno espressa l’intenzione di accedere a questi fondi sembra sia stato loro risposto che – avendo sottoscritto l’accordo del 25 Luglio – non ne avrebbero avuto più diritto: affermazione discutibile sulla quale non mancheremo di farci sentire”

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