Montorio, la polemica scuolabus accende il dibattito politico

“E’ molto grave ciò che l’amministrazione comunale ha deciso a Montorio al Vomano: discriminare i bambini sulla base della nazionalità dei loro genitori, scegliendo in base a questo criterio di riservare solo a una parte delle famiglie la gratuità dello scuolabus. Che la strategia della destra sia creare paure e alimentare divisioni, si è capito da tempo: che lo si faccia sulla pelle dei bambini è francamente inaccettabile. Torni la ragione”.

Lo dichiara Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese.

“Non conosco il sindaco forzitaliota di Montorio che nega servizio scuolabus a figli di immigrati con un regolamento che esclude chi non ha almeno un genitore italiano o di paese UE – rincara la dose Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Il sindaco Fabio Altitonante fa anche il consigliere regionale in Lombardia ed è stato tempo fa anche arrestato in un’inchiesta per “traffico d’influenze” che non so come si sia conclusa. Questo cinico razzista non merita alcun rispetto perché uno che discrimina bambine/i si pone fuori del consesso civile e disonora le istituzioni. Negare lo scuolabus a figli di immigrati è roba da Ku Klux Klan. Il regolamento è palesemente incostituzionale e siamo pronti a annullarlo con un ricorso”.

Il Centro Politico Comunista Sandro Santacroce esprime il suo sdegno contro il provvedimento preso dall’Amministrazione comunale di Montorio al Vomano che prevede il servizio di scuolabus gratuito per i bambini delle famiglie in regola con il pagamento dei tributi e in cui almeno un genitore possegga la nazionalità italiana. I problemi posti da questa misura sono due: il primo è che il “premio” della gratuità indiscriminata del servizio pone sullo stesso piano i figli delle famiglie più abbienti e i figli di quelle più svantaggiate. Dovrebbe essere ormai risaputo che la fruizione dei servizi scolastici è proporzionale al reddito delle famiglie: chi ha di più paga una quota più alta per permettere a chi ha di meno, o non ha affatto, di pagare meno o nulla per beneficiare di quel servizio che sarebbe più giusto, forse, chiamare diritto. Il secondo problema, e forse il più scandaloso, è che la gratuità del servizio è legata al fatto che in famiglia almeno uno dei due genitori sia di nazionalità italiana, tagliando fuori, quindi, i bimbi figli di migranti che, magari con difficoltà, riescono comunque a pagare regolarmente i tributi comunali. Questo provvedimento penalizza ancora di più gli ultimi, chi non riesce a far fronte alle spese sempre più alte, discrimina chi è già fortemente marginalizzato. La scuola dovrebbe essere quel diritto-servizio attraverso il quale insegnare ai grandi di domani che un mondo migliore è possibile. Un mondo in cui i diritti di tutti, soprattutto degli ultimi, vengano riconosciuti, mai negati ma difesi”.

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