Un anno dal taglio dei cipressi a Montorio: “Ed i nuovi?”

“A Montorio al Vomano, conosciamo bene il profumo del legno di cipresso: quando un anno fa l’amministrazione prese di mira e fece abbattere 7 cipressi centenari il profumo della resina pervase Viale Duca degli Abruzzi per diversi giorni. È purtroppo evidente che non abbiamo saputo apprezzarlo”.

A dirlo il gruppo consiliare, Montorio Guarda Avanti: “Il ricordo dell’abbattimento pesa immutato, la rozzezza del provvedimento ancora offende e gradiremmo da qualche amministratore una risposta sui reali motivi del taglio di ben 10 alberi: meno dei 13 inizialmente individuati e più dei 6 o 7 sui quali il tecnico agronomo della regione aveva avanzato qualche riserva, riconoscendo comunque la salubrità di tutti. Sulla compatibilità con l’incompiuta e non ancora inaugurata pista ciclabile non ci sono invece più dubbi, come d’altra parte non ci sono mai stati per gli evidenti disagi che la stessa sta arrecando ai residenti ed ai titolari di attività economiche. Leggendo la determina numero 11 del 18.1.2022 che, richiamando la relazione tecnica dell’agronomo incaricato dal Comune dava il via all’abbattimento degli alberi, ci sorprende rilevare come non si sia dato corso alle ulteriori indicazioni fornite che prevedevano la sostituzione con alberature di terza grandezza idonee alla piantumazione in prossimità degli edifici. Che fine ha fatto questo indirizzo ricevuto e riportato nella determina, visto che si è provveduto a pavimentare dopo l’estirpazione dei ciocchi? Una palese incongruenza, una dimenticanza o soltanto assenza di attenzione e sensibilità all’ambiente da parte del Sindaco e degli altri amministratori? E come interpretare le dichiarazioni e i titoli dei giornali di quei giorni: ‘Piantumeremo 10 alberi per ogni albero abbattuto’?”

E concludono: “Quei cipressi non rappresentavano solo la nostra storia, erano l’essenza, il profumo della nostra gente, la laboriosità, la lungimiranza che non abbiamo saputo conservare, tutelare, ammirare: qualche lacrimuccia impertinente vela i nostri occhi, deforma i ricordi e rende più amara la sconfitta per aver irrimediabilmente perso questo patrimonio e per aver riscontrato il mancato rispetto dell’indirizzo fornito dall’agronomo richiamato in un atto pubblico, ossia la piantumazione di nuovi alberi nello stesso posto dove altri sono stati abbattuti”.

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