Martinsicuro, il “caso” provinciali agita la politica già proiettata verso le amministrative

Martinsicuro. Assomiglia ad un sasso gettato nello stagno che ha qualche frizioni le ha generate, anche in vista di quelli che saranno gli assetti in vista delle imminenti amministrative.

L’appuntamento delle provinciali è destinato, probabilmente ha lasciare delle scorie (se non riassorbite) negli equilibri politici a Martinsicuro.

Nella maggioranza consiliare per il caso di Alessandro Casmirri, che aveva concordato la candidatura con il resto del gruppo di maggioranza, al quale però sono mancati sei voti ponderali, che gli avrebbero garantito l’elezione e la possibilità di avere una rappresentanza cittadina nell’assise provinciale.

Casmirri ha espresso la sua amarezza in consiglio comunale (e ora bisognerà vedere che percorso seguirà), ma nelle ultime ore si assiste anche alla presa di posizione di Gabriele De Santis, consigliere di maggioranza, eletto in Abruzzo Civico e rimasto vicino alle posizioni di Sottanelli.

A De Santis quello che è accaduto a Casmirri non è andato giù e non lo manda certo a dire. Soprattutto perchè alcuni consiglieri hanno rispettato ordini di scuderia (indicazioni dei consiglieri regionali) e non l’indicazione di appoggiare un collega dell’assise civica.

“Dal voto provincale deduco il ruolo rilevante dei consiglieri regionali (Di Matteo, Pepe e D’Annuntiis, ndr), nel dividersi il territorio in riserve elettorali. Chiedo che il paese serri i ranghi ed impari la lezione.

D’altronde la candidatura di Casmirri doveva servire anche a questo a preparare un terreno elettorale più vasto in vista delle prossime elezioni regionali tant’è che ho chiesto al sindaco di Colonnella di appoggiarlo facendo territorio. Lo avevo chiesto anche all’ex  Sindaco Camaioni. Sicuramente non mi sarei aspettato lo sgambetto dei colleghi consiglieri”.

Anche nel centrosinistra le cose non sono andate diversamente. Con Marco Massetti (M5S), che non ha ottenuto tutti i voti da parte dello schieramento e ha già fatto sapere di non voler proseguire nel dialogo con “Piazza Grande” il contenitore che potrebbe prendere forma come alternativa all’attuale esecutivo.

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