L’attacco all’assessore Luciana Di Bartolomeo dal neo movimento “Roseto Prospettiva 2026”

Sta per nascere a Roseto il movimento civico “Roseto Prospettiva 2026” di chiara estrazione di destra. Tra i fondatori Luigi Felicioni, attento osservatore delle vicende rosetane. Sotto la lente di ingrandimento è finita Luciana Di Bartolomeo, assessore alle politiche sociali. Il tema è proprio quello delle politiche sociali e dell’Ente d’Ambito, ovvero l’Unione dei Comuni.

“Pur in questo momento di crisi sanitaria e sociale, è sorprendente leggere le parole dell’Assessore ai Servizi Sociali del comune di Roseto Luciana Di Bartolomeo rivolte all’Unione dei Comuni”, si legge in una nota del movimento di cui a breve verrà ufficializzata la costituzione, “Una implicita dichiarazione di debolezza con il piattino vuoto per l’elemosina richiesta ad un “ente” che rimane sordo e indifferente alle esigenze della seconda città della provincia di Teramo. Parole che risultano politicamente poco furbe nel presente. Un presente in cui si ripropone con forza il recente passato, che l’assessore Di Bartolomeo ricorderà benissimo, per la sua scelta di aderire all’Unione dei Comuni. E il paradosso del suo grido sta tutto qui: una scelta assurda e scellerata, calata dall’alto della fallimentare giunta regionale targata D’Alfonso, con il solo signorsì dell’eseguo e senza la benché minima rivendicazione e valutazione della prospettiva futura”.

Per Roseto Prospettiva 2026 quello del sociale è stato un settore per decenni fiore all’occhiello delle amministrazioni che si sono succedute e di assoluto riferimento anche per tante altre amministrazioni della Regione e che oggi si è ridotto ad un ruolo politicamente irrilevante e comprimario.

“E se ieri a pagarne le conseguenze è stata la chiusura della Casa Famiglia di Montepagano”, prosegue il movimento, “oggi, durante questa pandemia Covid19, ne pagano amare conseguenze sempre e solo i più deboli e gli ultimi. All’assessore auguriamo di riuscire nell’intento di ricevere considerazione e risposte sulla sua istanza ma al tempo stesso non possiamo che consigliare un monito di profonda autocritica. Perché leggerla, per noi e per tanti, è stato davvero triste”.

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