Giulianova, la disfatta del Pd. Il candidato Filipponi ultimo, partito ai minimi storici. Attese le dimissioni

Un crollo verticale che non ammette repliche. Il Partito Democratico di Giulianova con il proprio candidato, Gabriele Filipponi, ha toccato il fondo. Meno del 7 per cento delle preferenze nell’ultima tornata elettorale. Una sconfitta netta, amara, comunque preannunciata.

Ma nessuno si sarebbe mai immaginato che il risultato finale potesse essere così nefasto. Cinque candidati sindaci, tre che se la sono giocata punto a punto per il ballottaggio (Jwan Costantini per il movimento civico, Pietro Tribuiani per il centro destra e Franco Arboretti per il Cittadino Governante), e gli altri due mai in corsa. Mauro Di Criscenzo del Movimento 5 Stelle è riuscito a sopravanzare Filipponi.

Al Pd dunque e al suo candidato il fanalino di coda di una tornata elettorale che impone una profonda riflessione, soprattutto sull’azione politica del Partito Democratico a livello locale. E’ stato partito di maggioranza ma negli ultimi due anni probabilmente è stata la forza di opposizione del sindaco Francesco Mastromauro che più di una volta nel corso di questi anni si è visto osteggiato da Filipponi e dagli altri esponenti del Pd.

Prima la sospensione dell’attività amministrativa, poi il voto contro il passaggio all’Asmel di Varese per gli appalti di importanti gare pubbliche per superare lo stallo della Stazione Unica Appaltante della Provincia. Sono solo alcuni esempi di come il Pd abbia agito all’interno della maggioranza. Gabriele Filipponi è ad oggi ancora il segretario dell’Unione Comunale, ciò che era un tempo il primo partito di Giulianova. Scettro che appartiene alla Lega con il suo quasi 17 per cento.

Dinanzi a certi numeri la classe dirigente locale del Pd dovrebbe semplicemente fare un passo indietro, lasciare spazio a chi ha voglia e capacità di ricostruire un partito ripartendo dalle sue stesse ceneri. Da più parti sono attese le dimissioni di Filipponi che si era opposto un mese fa ad un’alleanza con Franco Arboretti. Nonostante i vertici provinciali e regionali puntassero ad un accordo sostenendo lo stesso Arboretti.

I numeri, seppur freddi, parlano chiaro: il sostegno del Pd ad Arboretti avrebbe portato quest’ultimo al ballottaggio con Jwan Costantini. Ma il 9 giugno i giuliesi dovranno scegliere tra Costantini e Tribuiani, avversari sì ma entrambi con una radice di centro destra.

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