Campli, il giornalino comunale che fa discutere: i dubbi della minoranza

Campli. Un giornalino comunale distribuito oggi a tutte le famiglie camplesi che sembra quasi inaugurare la campagna elettorale del sindaco Quaresimale.

 

Una pubblicazione che è costata tre mila euro (oltre ad eventuali spese per la distribuzione) ai camplesi visto che il primo cittadino per realizzarla ha attinto alle casse comunali. Ma è davvero una pubblicazione istituzionale?

Gli interrogativi vengono posti dai consiglieri comunali di minoranza al Comune di Campli (Gabriele Giovannini, Marino Fiorà ed Emanuela Tritella.

 

“A noi sembra una pubblicazione priva del carattere istituzionale – dichiarano i consiglieri. Fatta ad orologeria a pochi giorni dalle dimissioni del primo cittadino. Anche la tempistica sembra dimostrarlo: non è una pubblicazione di fine mandato in quanto Quaresimale si è dimesso in anticipo e prima della scadenza naturale, ne tantomeno la si può considerare di metà mandato, visto che Quaresimale governa da quattro anni.

Inoltre il primo cittadino si è guardato bene da utilizzare fondi propri, come invece fece la passata giunta, ma al contrario ha messo le mani in tasca ai camplesi per inscenare l’ennesimo spot elettorale. Stupisce inoltre che l’impegno di spesa per il giornalino sia stato fatto il 10 luglio 2017 e che la pubblicazione esca praticamente 15 mesi dopo. Perché aspettare tutto questo tempo e distribuirla il  giorno prima che Quaresimale decada da sindaco, ovvero domani 6 ottobre?

Riteniamo tale spesa inopportuna e ingiustificabile, visto anche i diversi orientamenti su queste spese della Corte dei Conti tra cui la sentenza n.216/08 della Corte dei Conti Toscana, la quale precisa che:”Non sempre l’ente locale può legittimamente utilizzare le pubbliche risorse allo scopo di inviare pubblicazioni alla cittadinanza.  Tali pubblicazioni, per essere giudicate legittime, non devono essere finalizzate a propagandare l’immagine dei vertici politici, in quanto in tal caso non costituirebbero legittime spese di rappresentanza, ma integrerebbero un danno all’Erario.”

 

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