Area di crisi. Di Bonaventura in audizione: qualcosa non ha funzionato ma i fondi devono restare in Vibrata

Una delegazione della Commissione industria, commercio e turismo del Senato, questa mattina alla Prefettura di Ancona, ha voluto ascoltare gli enti e le istituzioni interessate a due aree di crisi, quella Vibrata-Tronto e quella del distretto del Fermano-Maceratese.

 

Per la provincia di Teramo era presente il presidente Diego Di Bonaventura che ha ricordato i dati del corposo dossier ufficiale sui risultati dell’intervento per l’area di crisi Vibrata: “Qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto: la provincia di Teramo, con il 46% delle adesioni al bando di Invitalia e con il 48% del potenziale incremento occupazionale, tutti indicatori certificati, ha dimostrato una fortissima aspettativa e ancor più un forte dinamismo, nonostante gli anni di grave crisi.

 

Siamo stati finanziati per 15 milioni di euro, sono arrivate 13 proposte progettuali ma solo sette ammesse alla fase della valutazione e solo tre finanziate per poco più di 5 milioni. Quindi ci sono due questioni importanti: la prima riguarda la tipologia di misure decise da Mise e Invitalia, forse poco adatte alle esigenze del territorio? La seconda riguarda i finanziamenti residui, quasi 10 milioni. Devono essere utilizzati per lo stesso scopo e nella stessa area: per rilanciare la produzione industriale, stimolare la ricerca e l’innovazione, aumentare l’occupazione. Nessuno pensi di spostarli altrove perché per noi sarà battaglia. Devo dire che la Commissione ha mostrato notevole attenzione alle nostre argomentazioni: presto dovrebbe esserci un’audizione in Senato a Roma”.

 

I dati dell’area di crisi Vibrata-Tronto

 

per investimenti produttivi, prevalenza della Provincia di Teramo con € 565.350.490, rispetto ad € 543.848.681 dei Comuni marchigiani;

progetti al di sopra di €20 mln.su otto complessivi ben 5 sono ascrivibili al teramano;

nella soglia ricompresa tra 1.500.000 e 20.000.000 di euro, si registra anche in questo caso una maggiore adesione per quanto concerne la parte Abruzzese, in particolare nelle attività manifatturiere, sia in valore assoluto, che relativamente ad investimenti compatibili con la L. 181/89;

l’entità della quota di possibili investimenti riferiti a Ricerca e Sviluppo sottolinea la dinamicità innovativa: dall’Abruzzo sono arrivati 12 progetti per 29 milioni di euro contro i 27 per 35 milioni di euro della Regione Marche ma occorre sempre tener conto che nell’area di crisi della Vibrata sono ricompresi 15 Comuni mentre in quella marchigiana i Comuni sono 53.

 

A margine dell’incontro il presidente porge una riflessione alla Fiom-Cgil che sabato scorso aveva polemizzato sul fatto che nelle deleghe assegnate non comparisse quella al “lavoro” ma solo quella alle “relazioni industriali”: “Premesso che la Delrio ci ha tolto tutte le funzioni riguardanti lavoro, politiche del lavoro e politiche industriali oggi in capo alla Regione Abruzzo, io credo che occuparsi di relazioni industriali significhi, e parecchio, occuparsi di lavoro: senza l’impresa non c’è nessun lavoro e non ne facciamo una questione di parole ma di sostanza. Poi, scusate, ma quando hanno centralizzato le relazioni industriali a Pescara, spogliando questo territorio di un presidio fondamentale per la difesa del lavoro e dei lavoratori, voi dove eravate? Io non credo alla contrapposizione funzionale e mi auguro che le battaglie si possano fare insieme senza partigianerie”.

 

 

 

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