La Provincia dice addio a Teramo Lavoro e Borghi Scarl

provincia-teramoTeramo. Con la fine del 2013 si chiude anche l’esperienza della Provincia di Teramo con la società in house Teramo Lavoro e la Borghi Scarl. Nell’ultimo consiglio provinciale dell’anno, infatti, è stata votata, con 12 voti favorevoli e 6 contrari (Ugo Nori e Massimo Amante sono usciti dall’aula), la messa in liquidazione della e della Borghi Scarl (in questo caso la minoranza si è astenuta ed il consigliere di Rifondazione, Amante, è uscito dall’aula).

Dal 1° gennaio 2013 la Teramo Lavoro, che ha svolto servizi strumentali per conto della Provincia dal 2009 al 2012, non ha più ricevuto alcun affidamento da parte dell’ente e non vi sono le condizioni perché ciò possa accadere in futuro: inevitabile, quindi, la messa in liquidazione.

“Un fallimento politico che rischia di comportare molti danni all’ente” ha sottolineato il consigliere del Pd, Renzo Di Sabatino, annunciando il voto negativo del partito: “la Provincia ha già dovuto spendere 1 milione e 600 mila euro di suo e non è detto che in futuro non emergano altre responsabilità. Al di là delle vicende penali e di eventuali illegittimità c’è sicuramente stata una gestione approssimativa e poco attenta alle norme”. Massimo Amante (Rifondazione Comunista), che al momento del voto si è allontanato dall’aula, ha invece chiesto che la Provincia “si costituisca parte civile al processo”.

Il presidente Valter Catarra ha spiegato che “gli unici debiti della Teramo Lavoro sono quelli verso i dipendenti che ancora vantano alcune mensilità, circa 400 mila euro”. Poi, replicando alla minoranza, ha sottolineato che “la Provincia si opporrà per vie giudiziali alla decisione della Regione di decertificare il milione e 600 mila euro perché una cosa è certa: il 99,9% delle spese della Teramo Lavoro erano costituire dal pagamento degli stipendi ai dipendenti per servizi svolti per conto della Provincia e certificati dagli stessi dirigenti. La Regione avrebbe potuto, come si è fatto in decine di casi simili, sospendere la rendicontazione in attesa di quei documenti ufficiali che, essendo sequestrati dagli inquirenti, non possono essere prodotti. Mi pare evidente che sin dall’inizio si è remato contro la Teramo Lavoro, la giustizia accerterà se ci sono responsabilità personali e consentitemi di non entrare nel merito essendo indagato, ma una cosa è certa: i soldi sono stati utilizzati per pagare servizi svolti”.

Rispondendo poi al consigliere Germano Cervella (che aveva chiesto di sapere se all’epoca c’erano alternative alla costituzione della  società in house) Catarra ha dichiarato: “oggi tutti sembrano dimenticare che quella scelta era l’unica alternativa per mantenere i livelli occupazioni e garantire i servizi”.

Il Consiglio, inoltre, ha votato la messa in liquidazione della Borghi scarl costituita nel 2006 insieme a diversi Comuni con l’obiettivo di promuovere il recupero dei borghi montani a scopi turistici. Ma la Borghi, negli ultimi tre anni, non ha avuto alcuna risorsa finanziaria a disposizione e da qui la decisione della messa in liquidazione. Il provvedimento è stato votato dalla maggioranza, il Pd si è astenuto, il consigliere Amante è uscito dall’aula.

Approvata all’unanimità l’istituzione di una Consulta della disabilità, quale strumento di confronto e programmazione, proposta dal vicepresidente Renato Rasicci.

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