Nereto, associazione commercianti propone ritorno alla Tarsu

nereto_comuneNereto. Tornare alla Tarsu e prevedere, come ipotesi limite, i semplici ritocchi previsti nell’introduzione della nuova gabella (Tares).

La proposta è stata avanzata, nel corso di una recente riunione con l’amministrazione comunale, da Antonio Colletta, neo presidente dell’Associazione Commercianti Neretese (che aderisce alla Confcommercio Imprese per l’Italia). Tra le problematiche subit emerse nella neo-nata associazione, infatti, è emersa quella relaiva all’introduzione della Tares. Il presidente Colletta ha esposto all’assessore al bilancio, Alberto Di Gaetano, la grave crisi in cui versa l’intero comparto commerciale e in particolare i piccoli esercenti locali, che ogni giorno hanno a che fare con i balzelli dello Stato che irrigidiscono la gestione economico-finanziario delle singole attività. “L’amministrazione ha spiegato”, si legge in una nota,  che ha fatto il possibile per limitare l’impatto della nuova tassa  sulle famiglie,  sul comparto artigianale, industriale commerciale   ed in particolare su quelle attività come i ristoranti, pizzerie, rivendite di frutta e verdura che rischiavano aumenti altissimi.Considerazioni, queste emerse, nel corso di un vertice avuto, oltre che con l’assessore al bilancio, anche con il sindaco Stefano Minora e il vice Daniele Laurenzi.”Ringraziamo gli amministratori per la disponbilità”, sottolinea Colletta, ” ma li invitiamo a rivedere la tariffa suggerendo il ritorno alla Tarsu, con l’applicazione delle stesse tariffe utilizzate nel 2012 o anche con un lieve aumento, per permettere la copertura integrale dei costi di gestione dei rifiuti come previsto dalla normativa, salvo la maggiorazione del 30 per cento a metro quadrato che deve essere pagato alle casse dello stato e che purtroppo non dipenderà dall’amministrazione. Consigliamo di proporre in Consiglio comunale la revoca dei provvedimenti in materia Tares ed il ritorno in Tarsu come previsto dal Decreto Legge 102/2013 da poco convertito  in legge e che concede in questa fase di conversione ai Comuni di adottare tale opzione”.

 

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