Cgil: nella provincia di Teramo dipendenti pubblici tartassati e vilipesi

cgilTeramo. “Nella nostra Provincia sono impiegati nella Pubblica Amministrazione 5.758 lavoratori a tempo indeterminato, più alcune centinaia a tempo determinato, il blocco del contratto nazionale, in vigore dal 2010, ha prodotto una perdita media di circa 3.000 euro lordi ed altri 600 si perderanno nel 2013”.

Lo ha dichiarato Amedeo Marcattili, segretario provinciale FP Cgil, ricordando che “tra il 2010 e il 2012 le retribuzioni non hanno recuperato l’8,1% di aumento dei prezzi che si è registrato nel periodo (insieme allo scarto tra inflazione programmata e reale che c’è stato nel biennio precedente). A tutto questo si aggiunge anche il blocco della contrattazione integrativa, che non puo’ superare il fondo 2009, sulla quale era già intervenuto, con tagli pesanti, il decreto legge 112/2008. Oltre alla sofferenza dei lavoratori il calo delle retribuzioni determina un crollo del potere d’acquisto, una riduzione generalizzata dei consumi e l’avvitarsi di una crisi sempre più profonda. Alcuni provvedimenti normativi in questi anni hanno già generato delle forti ricadute sul personale di tutti gli Enti Pubblici”.

La Cgil ribadisce: “ci siamo battuti, molte volte da soli, contro le politiche che i vari governi hanno assunto sull’Amministrazione Pubblica, c’è stato negli anni uno smantellamento del sistema “ Pubblico” che ha portato ad un impoverimento dei servizi resi alla cittadinanza senza un reale risparmio delle risorse, pertanto il cittadino paga di più per avere di meno. Una classe politica si giudica da come riesce a dare risposte concrete ai bisogni delle proprie comunità, il nostro giudizio non puo’ che essere negativo. Come sindacato continueremo a batterci in difesa di quei lavoratori pubblici che con abnegazione e professionalità svolgono le proprie mansioni, affinché venga ridato – conclude Marcattili – centralità al lavoro pubblico per dare ai cittadini quei servizi efficienti ed efficaci che un paese civile deve garantire alle proprie comunità”.

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