Tortoreto, il Piano regolatore e gli accordi di programma

papiri_rolandoTortoreto. Scorie del consiglio comunale, l’ultimo andato in scena, durante il quale è statoanche individuato l’ambito all’interno del quale prevedere spazi per possibili accordi di programma tra pubblico e privato.

Scorie di un rapporto politico nato con la nascita della lista per le amministrative, nel giugno del 2009, ma interrotto strada facendo. Il confronto politico, a Tortoreto, si consuma da tempo non soltanto tra maggioranza ed opposizione, tra anche in seno anche alla minoranza. I riflessi dell’ultima seduta dell’assise civica hanno prodotto un affondo del Pd anche nei confronti di Rolando Papiri (Officina Democratica). Puntualela risposta, affidata ad un intervento che parte proprio dalla questione degli accordi di programma.”Spiace constatare che il capogruppo Pd non riesca a ” centrare ” gli argomenti del consiglio comunale”, commenta. “Se fosse stato più attento si sarebbe accorto che non è stata votata alcuna variante al Prg che in ogni caso resta il più brutto “prodotto amministrativo”, e dal 2001 nessuno si è speso per modificarlo, che Tortoreto abbia avuto nella storia.E’ stata creata la possibilità a privati, in una zona d’ambito, di presentare progetti che avessero un’ interesse sia pubblico che privato.Una disponibilità a prestare opere o a partecipare finanziariamente a progetti pubblici, in cambio di agevolazioni a realizzare programmi privati.La delibera sarà la base di un avviso pubblico, dal quale potrebbero partire delle trattative. La sintesi di queste trattative, quindi l’eventuale ipotesi di accordo, votata dal consiglio comunale costituirà eventuale proposta di variante al piano regolatore.”La mia proposta in consiglio”, aggiunge Papiri, ” è stata quella di vagliare eventuali proposte in presenza di tutti i consiglieri comunali, maggioranza e minoranza, perchè il futuro del territorio interessa tutti e di non arrivare in consiglio comunale con una soluzione già confezionata.Questo proprio per il pericolo di consumare le ultime aree di territorio sopravvissute allo scempio edilizio ormai più che  decennale, cercando di avere il vantaggio dell’apporto trasparente di privati alle opere pubbliche che fanno crescere la comunità e nel contempo di razionalizzare l’uso dei volumi lasciando spazi a terra per i servizi che mancano alla nostra cittadina.Certo che se consumo del territorio c’è stato, se mancano spazi, servizi, piazze, giardini, marciapiedi, parchi e ville, scuole, se tortoreto fino all’inizio degli anni 90 era la località della costa con maggiore appeal, mentre ora rischia di essere la cenerentola nella pianificazione del territorio, qualche responsabilità c’è stata ed è giusto che sia patrimonio collettivo, allo scopo di non ripetere più gli errori.Se nel 2009, chi aveva gestito, era ” politicamente incandidabile “, non significa che i valori del centrosinistra di attenzione per il territorio, di rispetto per la vivibilità, per gli spazi, per una corretta dimensione urbanistica siano in  disuso o tramontati. Più probabile che chi ci ha amministrato all’epoca non li avesse testimoniati e ancor meno applicati.Oggi, a maggior ragione, servirebbe una spinta forte in tal senso, che riuscisse a pungolare una maggioranza spesso ondivaga, che fosse indirizzata verso il necessario riequilibrio del territorio, dovendo creare ora quei servizi e quegli spazi negati dall’esercizio della sola, irrazionale, logica edificatoria.Peccato perdersi solo dietro sterili polemiche che possono si accendere qualche animo, ma lasciano le cose come stanno con l’aggravarsi del tempo che scorre.Se ci fosse, invece, la capacità di entrare nel cuore dei problemi sarebbe molto meglio, più contributi e maggiore pluralismo, oltre che un’innalzamento del livello di discussione.Passare 5 anni a lamentarsi di documenti ricevuti in ritardo, di commisioni convocate in orari sbagliati, di accesso difficile agli atti… certo qualche volta è vero, ma non può essere l’unico modo di fare opposizione e di rappresentare degnamente gli elettori”.

 

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