Teramo, finisce l’era Brucchi: 18 consiglieri lo mandano a casa FOTO/VIDEO

E’ finita. Con le dimissione di 18 consiglieri comunali, presentate questa mattina qualche minuto prima di mezzogiorno al vice segretario comunale Fulvio Cupaiolo, termina il secondo mandato del sindaco Maurizio Brucchi, dopo un tira e molla durato parecchi mesi.

Ed è stata proprio la componente gattiana di “Futuro In”, fino a qualche settimana fa espressione della maggioranza relativa del centrodestra, a consentire che venisse staccata la presa, nonostante gli ultimi tentativi di ricucitura di una rapporto ormai ridotto in brandelli.

Una crisi, quella della coalizione che aveva sostenuto il primo cittadino nella sua seconda rielezione, che perdurava da tempo, con la perdita per strada di diverse componenti (l’uscita del gruppo “Al centro per te” e dei consiglieri Raimondo Micheli e Mimmo Sbraccia) e con i continui rimpasti di Giunta per accontentare ora questa ora quella componente di “scontenti”, che avevano di fatto bloccato l’attività amministrativa per mesi, in un periodo dove tra sisma, alluvioni ed emergenze varie, la città avrebbe avuto bisogno di una presenza politica forte.

Ad un anno e mezzo dalla fine naturale della consiliatura, dunque, da oggi Brucchi, che ha già indetto per domani una conferenza stampa, non è più il sindaco di Teramo e a breve in città arriverà il tanto tenuto commissario.

“Una brutta pagina della storia politico-amministrativa di questa città”, è stato il commento del capogruppo del Pd, Flavio Bartolini, “che, seppur rappresenti per noi una vittoria, vede Teramo vivere una delle pagine più difficili della sua storia”.

“Bisogna ripartire da una programmazione seria e condivisa con la città”, ha detto Angelo Puglia, capogruppo di “Al centro per te”,  mentre mentre parla di “fine di un’agonia” il capogruppo di “Insieme Possiamo”, Gianguido D’Alberto e Fabio Berardini, del Movimento 5 Stelle parla di un “Comune sull’orlo del fallimento, che non riesce neanche a pagare più le bollette”.

Lasciano, invece, ad una nota il commento per quanto accaduto in mattinata, i consiglieri di “Futuro In”, dalle cui bocche non è uscita una parola.

“Non avremmo mai desiderato una conclusione del genere, ma dopo tre anni e mezzo di sostegno limpido ed incondizionato, abbiamo dovuto prendere atto della improseguibilità di questa esperienza amministrativa. L’eccesso di litigiosità motivato esclusivamente da personalismi ha accompagnato questo mandato fin dall’inizio, con le ben note polemiche di taluni consiglieri già in esito al varo della Giunta (giugno 2014).
Nel 2015 la coalizione ha perso il sostegno di Fratelli d’Italia e nel 2016 quello della lista Al Centro per Teramo, e nell’avvicendarsi di questi avvenimenti la nostra lista ha visto immolare alle varie crisi gli Assessori Di Stefano e Romanelli prima e successivamente anche Lucantoni ed Antonini.
Dallo scorso mese di aprile, a motivo anche delle posizioni assunte da tre consiglieri indipendenti, non vi sono più stati i numeri sufficienti a determinare una maggioranza politica e numerica, nonostante la convinzione della nostra lista di voler evitare un commissariamento che sarebbe durato oltre 500 giorni e pure quella del Sindaco, che ebbe anche a rassegnare le proprie dimissioni nel tentativo di scuotere i cosiddetti dissidenti.
Quanto accaduto il 2 novembre scorso, con la persistenza della mancanza dei presupposti numerici minimi per governare,-e dopo la sottoscrizione di innumerevoli documenti mai rispettati- ci ha indotti a rinunciare alle nostre posizioni (3 assessorati ed oggi anche alla presidenza del consiglio comunale) ed a chiedere lucidamente e rispettosamente al Sindaco di porre fine ad uno stillicidio non più comprensibile ai cittadini e privo di ogni prospettiva politica ed amministrativa.
Riteniamo di aver fatto tutto quanto possibile in questi tre anni e mezzo per preservare l’Amministrazione, assicurando il nostro pieno sostegno e tollerando ogni genere di atteggiamento da parte di taluni singoli che hanno chiaramente posposto gli interessi della città a quelle che parevano essere convenienze politiche personali, imponendo scelte e determinazioni che più volte non abbiamo condiviso ma che abbiamo silenziosamente subito, ed avremmo anche continuato a farlo, se ciò fosse bastato per governare in modo sereno, operoso, incisivo.
Ci dispiace infinitamente per questo epilogo anche e soprattutto per i percorsi umani condivisi, ma riteniamo con convinzione che la restituzione del potere di scelta nelle mani dei cittadini in primavera rappresenti l’atto più decoroso che potessimo compiere.
Siamo certi che i teramani potranno scrivere e scegliere una storia nuova e che le vicende degli ultimi anni li indurranno a valutazioni più attente e scrupolose nella scelta dei propri rappresentanti in Consiglio comunale”.

 

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