Ospedale Atri, la propaganda infinita. D’Alessandro (Idv) punta il dito contro il presidente Chiodi

atri_ospedale.jpg1Atri. Quanti annunci a proposito dell’ospedale San Liberatore di Atri. E poi? Tutto finito in una bolla di sapone…A puntare il dito contro il governatore Gianni Chiodi è il consigliere regionale dell’Idv, Cesare D’Alessandro, che in una interrogazione ha chiesto conto delle carenze strutturali e organizzative del nosocomio ducale.

“Più e più volte” dichiara D’Alessandro “Chiodi ha messo piede in quel di Atri per fare mirabolanti annunci che descrivevano grandi investimenti (inesistenti) e massima attenzione (ma dove?) per risolvere i problemi dell’Ospedale atriano. Aveva scherzato, evidentemente! Perché dopo le promesse rimangono i problemi di sempre, irrisolti e spesso aggravati. Se e quando Varrassi andrà a casa, dopo la sfiducia manifestata a forza perfino dalla Giunta e da Chiodi, che l’avevano nominato, questo non vuol dire che tutte sue siano le responsabilità, ma anche e soprattutto di chi lì ce l’aveva messo. Non si può tirare il sasso e poi nascondere la mano! Le vistose carenze di Atri, dopo quattro anni di gestione Chiodi-Varrassi, sono tutte lì. Ci dica, Chiodi, se intende finalmente mantenere le promesse per l’Ospedale: dalla nuova Risonanza (RSM) alle nuove Radiodiagnostiche, dalla Gamma Camera per la Medicina Nucleare all’acquisto del Litotritore e così via. E’ sufficiente scorrere l’accorato appello-denuncia del presidente del comitato per la difesa dell’Ospedale di Atri, Mario Marchese, per rendersi conto di come sarebbe facile risolvere i problemi anche investendo poco, ma dannatamente difficile per l’inefficienza di questa Giunta regionale, troppo presa a incensare sé stessa per un pareggio di bilancio raggiunto (forse) sulla pelle e sulla salute dei cittadini. La nostra Regione paga decine e decine di milioni di euro alle altre Regioni, per prestazioni sanitarie che gli abruzzesi, soprattutto i teramani, vanno a cercarsi fuori confine. Se la provincia di Teramo è quella che maggiormente contribuisce all’alta spesa per la mobilità passiva extraregionale, ciò accade perché i cittadini sono stufi di aspettare inutilmente che venga il loro turno nelle liste d’attesa, quando nelle vicine Marche possono finalmente essere trattati da quello che sono: cittadini come tutti, non di serie B come attualmente accade. Basterebbero pochi interventi, mirati, tra i quali quelli appena ricordati per l’Ospedale di Atri, e già la mobilità passiva subirebbe un drastico calo. Soltanto le parole, le chiacchiere, non servono a nulla”.

 

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