Provincia Teramo, dipendenti scioperano per la difesa dei servizi

Teramo. “La profonda difficoltà finanziaria in cui versano Province e Città metropolitane sta determinando una situazione di estrema criticità nell’erogazione dei servizi offerti da questi enti alla quale si aggiungono le condizioni di notevole precarietà, che sta vivendo il personale impiegato in tali servizi, penalizzato pesantemente, anche da un punto di vista salariale, dalla scure di tagli succedutisi negli ultimi anni”.

Lo hanno dichiarato Pancrazio Cordone della FP CGIL, Andrea Salvi FP CISL, e Alfiero Di Giammartino della UIL FPL, in occasione dello sciopero odierno dei dipendenti della Provincia di Teramo.

“Tanti sono gli enti – aggiungono – che non riescono più a garantire la manutenzione ordinaria di strade e scuole e tanti sono gli enti in ritardo con il pagamento degli stipendi. Ormai anche importanti Province e grandi Città metropolitane non sono in grado di chiudere i bilanci, avviandosi verso le procedure di dissesto. Il legislatore non ha utilizzato l’occasione offerta dgli ultimi decreti per tentare di ridurre il fabbisogno necessario a Province e città Metropolitane per svolgere la loro missione istituzionale. L’ammontare complessivo di risorse necessarie, stimato complessivamente in poco meno di 800 milioni, è stato solo parzialmente ridotto. Queste sono le ragioni che ci hanno spinto a proclamare lo sciopero per la giornata di oggi di tutto il personale di Province e Città Metropolitane”.

I sindacalisti ritengono indispensabile “recuperare con la prossima Legge di bilancio tutte le risorse necessarie per garantire a questi Enti la sostenibilità economica; sbloccare il turn over e stabilizzare i lavoratori precari; dare finalmente certezza al sistema delle politiche attive del lavoro attraverso il definitivo trasferimento di competenze dei Centri per l’impiego ed il relativo finanziamento; dare agli Enti la possibilità di poter realizzare una programmazione pluriennale degli interventi; individuare delle soluzioni specifiche per far uscire dalla crisi strutturale finanziaria gli Enti con maggiori difficoltà”.

 

 

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