Comune di Teramo, aliquote Imu: quando a pagare sono sempre gli stessi

comuneTeramo. “Finalmente, dopo tanta attesa, è stato pubblicato il Regolamento IMU dal quale, in modo inconfutabile, si può calcolare l’entità del salasso a cui i cittadini teramani saranno chiamati”. A darne notizia, in una nota, è Giovanni Cavallari, consigliere comunale del Pd.

“Dopo i demagogici e reiterati annunci dell’Amministrazione comunale circa la volontà di non modificare i coefficienti della prima e della seconda casa” aggiunge “leggendo il Regolamento IMU scopriamo, che, come ormai prassi, è stato effettuato l’ennesimo dietro-front, poiché saranno aumentate sia l’aliquota base stabilita dal decreto Monti (4,0 per mille) che sarà portata al 4,6 per le prime case, sia il coefficiente per le seconde e successive abitazioni che, addirittura salirà al 10,6 cioè il massimo consentito (anziché al 7,6 per mille). Perché continuare con l’aumentare l’IMU e di conseguenza la pressione tributaria? Sarebbe stato quantomeno necessario “tenere bloccate le tasse comunali” compreso i coefficienti IMU, apportando, di contro, una drastica revisione della spesa dell’Amministrazione Comunale. La spesa corrente nel comune rappresenta il 70 % del bilancio da oltre 56milioni circa di euro”.

Cavallari si chiede, dunque: “la tanto decantata Taske Force o la Spending Review ha prodotto solo 900mila euro di minori spese? Sinceramente ci sembra un po’ poco. Come minoranza, e come Pd, abbiamo fatto decine di interrogazioni e interpellanze per ricordare all’Amministrazione che anche i patrocini, l’occupazione di suolo pubblico, le spese di consulenza, gli incarichi esterni, i premi a pioggia ai dirigenti, e tant’altro dovevano essere maggiormente controllati e verificati. Ad esempio perché non si è voluto dare maggiore azione e forza al Consiglio Tributario, il quale, se pur eliminato da Monti, continua a mantenere l’incentivo consistente nell’erogazione del 100% delle imposte recuperate in seguito alle segnalazioni pervenute dal Comune nel periodo 2012/2014? Oggi dopo essersi comportati da cicale, non sembra affatto credibile trasformarsi improvvisamente in formiche. Troppo facile fare annunci roboanti sull’attenzione riservata alle categorie più deboli, e smentirli, coi fatti, un attimo dopo vista l’entità dell’aumento apportato! Come, non si può non affermare che, le agevolazioni previste nel regolamento di attuazione sono un’ulteriore affronto all’intelligenza delle persone quando, a solo titolo di esempio, per il comodato gratuito, si prevede un’agevolazione con il coefficiente di 8,6 per mille cioè più alto rispetto al coefficiente minimo previsto per la seconda casa (7,6 per mille). Lo stesso dicasi per gli immobili posseduti da soggetti passivi IRES per i quali è stata prevista un’aliquota del 9,6 per mille rispetto al 7,6 di legge. Non parliamo delle aree edificabili per le quali non è stata prevista alcuna riduzione rispetto all’aliquota aumentata al 10,6 per mille. Sembrerebbe quasi che questa amministrazione non si accorga dell’entità della crisi economica che di fatto si è abbattuta sull’edilizia tanto da aver arrestato il mercato delle vendite immobiliari. Basterebbe controllare, per verificare il trend negativo, le entrate della Bucalossi negli ultimi tre anni per capire che l’edilizia è ferma. Pertanto, gli stessi, non possono essere considerati soggetti da dissanguare per pagare l’IMU. Inoltre quanti saranno le giovani coppie di età non superiore a 35 anni che hanno contratto un mutuo ipotecario e che hanno un reddito IRE inferiore a 30mila euro? Oppure quanti sono gli over 65 anni che hanno un reddito sotto i 15mila euro? Per essere realmente trasparenti e chiari basterebbe predisporre uno specchio con sopra indicate le entrate previste in ragione dell’aumento apportato sulla prima e seconda casa indicando nel medesimo le minori entrate previste in ragione delle agevolazioni previste dal regolamento di attuazione dell’IMU. La storia e il territorio di questo Comune è fatta di tante persone che hanno lavorato sodo per acquistare le proprie case, anche più di una, sì, ma solo per garantire un futuro ai propri figli. La casa è sempre stata per gli italiani, e ancor più per i teramani che vivono in un territorio afflitto da una grave disoccupazione e da una inesistente mobilità sociale, un bene che rappresenta solo un minimo di tranquillità, e non certo opulenza e sfarzo”.

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